Gli avvocati volevano depositare una denuncia contro le decisioni del Governo. Presente anche il deputato Sara Cunial
Episodio piuttosto movimentato ieri mattina davanti alla Corte di Cassazione in Piazza Cavour a Roma.
Ad un gruppo di avvocati che volevano entrare per depositare una denuncia contro le decisioni governative, è stato impedito l’entrata alla Suprema Corte.
Si trattava di avvocati togati, in rappresentanza di numerose associazioni legali italiane tra cui “Io sto con l’avvocato Polacco”, “Sentinelle della Costituzione”, “Comicost”, “Avvocati liberi”, “Avvocati ultima linea”.
Fra di loro era presente il deputato Sara Cunial del Gruppo misto nella componente Non Iscritti, nota per la sua battaglia contro l’obbligo di Green Pass per entrare a Montecitorio che l’ha vista dapprima essere ammessa nell’Aula e poi respinta, al punto che per diversi giorni ha improvvisato un “ufficio Parlamentare” in strada.
Ci sono stati diversi momenti di tensione con la Polizia del reparto Mobile schierata a difesa dell’entrata.
Più volte la deputata, senza successo, qualificandosi ha chiesto di poter passare per parlare con i Carabinieri di guardia. Alla fine è riuscita ad entrare nella Corte, così come, alla fine, sono riusciti ad entrare una delegazione di due avvocati.
“Quello che è successo questa mattina davanti alla Corte di Cassazione – ha dichiarato la deputata Sara Cunial – è gravissimo. Uomini in divisa si sono opposti fisicamente e con violenza a un gruppo di cittadini liberi, che in modo pacifico e legittimo, volevano manifestare il loro dissenso depositando una denuncia contro le decisioni governative di limitazione dei diritti costituzionali e sovranazionali. Diversi avvocati in toga e io stessa, in veste di parlamentare democraticamente eletto, siamo stati aggrediti verbalmente e fisicamente, come testimoniano anche diversi video, proprio da quelle forze dell’ordine che dovrebbero invece proteggere e tutelare il popolo italiano, i suoi diritti e la Costituzione”.
“Siamo stati vittime di un trattamento da criminali, mentre i veri criminali stanno decidendo il futuro di questo Paese – ha proseguito la Cunial – questa si chiama dittatura. E tutti coloro che, con o senza divisa, restano inermi a guardare mentre i nostri diritti”…
“Anche questa volta però – conclude la Cunial – l’attacco subito non ci ha impedito di portare a termine il nostro obiettivo: abbiamo consegnato la denuncia agli sportelli della Cassazione… Continueremo ad agire per la difesa della Costituzione”