Secondo gli investigatori della Digos genovese, era pronto a immolarsi per la jihad e aspettava solo la “chiamata del chiamante” per compiere un imminente attentato in Italia.
I giudici del Tribunale di Genova oggi hanno condannato a 5 anni e 10 mesi di reclusione il trentenne marocchino Nabil Benamir, arrestato lo scorso dicembre con l’accusa di terrorismo.
Il pm aveva chiesto la condanna a 8 anni e otto mesi mesi di reclusione.
Il giovane nordafricano è detenuto nel carcere di massima sicurezza di Sassari, dove secondo gli inquirenti sta ancora continuando nella sua linea di adesione alla jihad e non si è affatto pentito.
Il marocchino viveva a Genova in una casa popolare occupata abusivamente ed era stato fermato per maltrattamenti nei confronti della compagna. Per due anni la coppia aveva occupato l’alloggio del Comune al civico 4 di via dei Pescatori alla Foce.
Il suo nome era inserito nella black list dei presunti jihadisti ed era segnalato come importante esponente dell’Isis.
La Digos di Genova aveva trovato nelle memorie del telefono le istruzioni per costruire ordigni con vecchi telefoni cellulari e per fare stragi con Tir e veicoli rubati.