La procura di Genova oggi ha chiesto la sorveglianza speciale per cinque anni, con obbligo di soggiorno nel Comune di Borghetto Santo Spirito, per Hosny El Hawari Lekaa.
Il pizzaiolo egiziano era stato arrestato alla stazione di Genova Principe il 5 novembre 2016 nell’ambito dell’inchiesta sul terrorismo islamico denominata “Taqiyya” condotta dai carabinieri del Ros e dalla procura distrettuale antiterrorismo (com’è noto la taqiyya ossia la dissimulazione è una pratica prevista nella tradizione islamica).
Secondo gli inquirenti, il nordafricano diceva di essere pronto a immolarsi per l’islam.
Nell’ambito della stessa indagine erano stati arrestati anche i fratelli egiziani Hossameldin e Akim Antar, residenti rispettivamente a Finale Ligure e a Cassano d’Adda, e Tarek Sakher, algerino di 34 anni, residente a Tradate.
Il 13 settembre dell’anno scorso i primi tre erano stati condannati in primo grado, con rito abbreviato, a 6 anni di reclusione per associazione a delinquere con finalità di terrorismo internazionale.
Mentre per Hosny il gup del Tribunale di Genova aveva ritenuto le prove insufficienti e pertanto era stato lasciato libero. Tuttavia, in base alla normativa antiterrorismo, la procura può chiedere la misura di sorveglianza speciale sulla base di gravi indizi.
Secondo quanto emerso dalle indagini Hosny era in contatto con i fratelli Antàr e attraverso un account a lui non direttamente riconducibile si professava amante della jihad e speranzoso di morire per tale causa. Inoltre parlava della necessità di combattere non solo i miscredenti ma anche i fratelli musulmani non salafiti, cioè i sunniti. Ancora, in un’intercettazione caldeggiava la costituzione di un’unico stato Islamico tra Siria ed Egitto con a capo un Califfo.