“Apprendiamo con incredulità la notizia del rilascio, attraverso decreto dirigenziale di Regione Liguria, del permesso di ricerca di titanio sul Monte Tarinè, nel Parco del Beigua.
Tale decisione irrompe maniera del tutto contraddittoria ed illogica nel quadro delineato già da anni non solo dallo stesso Ente parco, ma anche dai Comuni di Urbe e Sassello, dalla cittadinanza, e addirittura da ultimo anche dal TAR.
Un quadro da cui emerge una ferma opposizione all’apertura di una miniera nel cuore del Parco del Beigua, fondata sulle ampiamente note possibili conseguenze che una tale operazione potrebbe avere sia in termini di pericolosità per la salute delle comunità coinvolte, sia in termini di rischio idrogeologico e di squilibrio naturalistico dell’area”.
Lo hanno dichiarato oggi i consiglieri regionali del Pd.
Beigua, Scajola sbugiarda Pd e Legambiente: nessuna autorizzazione per raccolta titanio
“Altrettanto noti – hanno aggiunto – sono, purtroppo, anche i tentativi ciclici da parte di CET di scardinare l’evidenza, alla luce dei quali risulta ancora meno credibile la versione dei fatti resa dall’assessore regionale Marco Scajola.
La non invasività delle indagini oggetto del permesso, secondo l’assessore, sarebbe sufficiente a giustificarne lo svolgimento, fingendo così che non si tratti della già menzionata mera volontà di aggirare l’ostacolo posto dal territorio e dalle istituzioni all’estrazione del titanio.
Come Partito democratico Liguria confidiamo nel fatto che, viste le dure reazioni della Comunità del Parco, dei Comuni coinvolti, delle associazioni ambientaliste e del territorio, questa infausta decisione venga rivista, risultando peraltro anche in contrasto con il modello di sviluppo portato avanti dalla comunità del Parco del Beigua, spesso decantato anche dall’amministrazione regionale, ma nei fatti mai perseguito e anzi, nei fatti ostacolato.
In caso contrario, siamo già al fianco, in questa battaglia, delle associazioni e dell’Ente Parco, sostenendoli, per impedire la creazione, nel migliore dei casi, di un precedente così pericoloso per un’area che, risultando ampiamente vincolata e protetta anche a livello sovranazionale, non dovrebbe neppure essere oggetto di una simile discussione”.
Intanto, oggi l’assessore Scajola ha incontrato i sindaci dei Comuni di Sassello e Urbe, Daniele Buschiazzo e Fabrizio Antoci. L’incontro era per individuare un percorso comune di tutela delle aree del comprensorio del Beigua.
“La riunione è stata molto collaborativa – ha sottolineato Scajola – e ha fatto emergere la consonanza tra enti per la tutela, la salvaguardia e il rilancio dell’area, peraltro già stabiliti da leggi regionali. Ho comunque ribadito quanto già sostenuto in aula nel novembre scorso, ovvero che non vi è intenzione da parte dell’amministrazione regionale di inserire una cava di titanio nel territorio dei due comuni”.
Da oggi Regione Liguria e i sindaci di Sassello e Urbe inizieranno un percorso congiunto di condivisione ai fini della tutela di quanto già ribadito in aula.
“Recepisco – ha sottolineato il sindaco Antoci -la dichiarazione dell’assessore in merito alla volontà di Regione Liguria di impedire qualsiasi attività che sia contraria alla vocazione turistica del nostro territorio e di iniziare un percorso di allargamento delle tutele ambientali anche ai territori di Urbe fino ad ora esclusi”.
Soddisfazione è stata espressa anche dal sindaco Buschiazzo, che è anche presidente del Paro: “Abbiamo avuto la conferma di una volontà politica comune che va a tutelare un’area definita dall’Unesco Global Geoparck, da oggi inizia un percorso che dà soddisfazione a tutti”.