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Toscano: a Genova superare disuguaglianze fra Centro e periferie

Candidato sindaco di Genova Francesco Toscano (Democrazia Sovrana Popolare)

“Genova vive una frattura profonda tra Centro e periferie, figlia di un modello di sviluppo che ha tradito le sue promesse. Il cosiddetto policentrismo ha alimentato disuguaglianze territoriali, desertificazione industriale e degrado urbano, specialmente nelle aree storicamente operaie del Ponente e della Val Polcevera. È tempo di cambiare rotta”.

Lo hanno dichiarato oggi il candidato sindaco per Democrazia Sovrana Popolare Francesco Toscano.

“Ecco – ha aggiunto Toscano – la proposta di Dsp, fondata su tre assi strategici:

1. Sovranità territoriale e partecipazione popolare

Non esiste rigenerazione urbana senza il coinvolgimento diretto dei cittadini. Le periferie non devono più subire decisioni calate dall’alto. Proponiamo la creazione di assemblee popolari di quartiere, dotate di poteri consultivi vincolanti su temi come la gestione dei trasporti, la localizzazione dei servizi, la sicurezza urbana, la cultura e il verde pubblico. La città dev’essere governata con processi democratici dal basso, che valorizzino le specificità di ogni territorio. Restituiremo ai genovesi il controllo sulle scelte che li riguardano, per ricostruire una vera cittadinanza attiva.

2. Piano pubblico di rigenerazione urbana.

Le periferie, con poche eccezioni dettate da interessi, sono state trascurate per troppo tempo. Serve un grande piano pubblico di investimenti, orientato al recupero edilizio, alla costruzione di alloggi popolari dignitosi, al potenziamento della sanità territoriale e all’apertura di spazi civici e culturali. Non sarà un piano in mano ai privati o agli speculatori, ma gestito da un ente pubblico trasparente e partecipato. Ogni euro investito dovrà servire a restituire dignità e servizi a chi oggi vive in quartieri privi di infrastrutture, scuole fatiscenti, e trasporti inadeguati.

3. Un nuovo modello produttivo e sociale.

Non possiamo pensare allo sviluppo urbano senza una rinascita del lavoro. Genova deve tornare a essere una città industriale e produttiva, ma con un volto nuovo: pubblico, sostenibile e ad alta intensità occupazionale. Servono distretti industriali pubblici, specializzati nella manutenzione urbana, nella produzione di tecnologie verdi e nella trasformazione agroalimentare locale. La Val Polcevera, Sampierdarena e Sestri Ponente possono diventare laboratori di un nuovo modello economico, capace di coniugare sviluppo e giustizia sociale.

Formazione professionale, lavoro stabile, diritti sindacali e riconversione ecologica saranno al centro di questa strategia.

Una nuova Genova è possibile. La Genova che vogliamo è una città fondata sull’inclusione, sull’equità territoriale, sull’autonomia decisionale delle comunità locali. Vogliamo superare la logica del centro contro la periferia, per costruire una città solidale e sovrana, dove nessuno venga lasciato indietro”.

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