“A differenza di quanto sostenuto questa mattina dall’esponente Fiom-Cigl Bruno Manganaro, ritengo che le istituzioni territoriali, Regione Liguria in testa, abbiano sempre dimostrato vicinanza e condivisione per le rivendicazioni dei lavoratori Ilva e si siano sempre impegnate appieno per garantire il futuro dell’acciaio nel nostro capoluogo e più in generale in Italia”.
Lo ha dichiarato oggi il governatore Giovanni Toti rispondendo alle accuse dell’ex segretario di Fiom Genova Bruno Manganaro espresse oggi durante il corteo dei lavoratori ex Ilva a Genova.
“Ricorderà anche la Fiom – ha aggiunto Toti – dell’impegno della Regione e del Comune per garantire attraverso la Società per Cornigliano, il costante versamento dell’integrazione al reddito dei lavoratori, anche di fronte ad una certa inerzia dei lavori che si sono succeduti in questi anni.
Per fare il punto sulla situazione Ilva io stesso sono intervenuto solo 48 ore fa, telefonando al ministro Giancarlo Giorgetti per sollecitare tutti gli opportuni investimenti.
Certo, risulta inappropriata è sgradevole la decisione dei vertici Ilva di proseguire il percorso della cassa integrazione ignorando la disponibilità data dal Ministro Orlando per un incontro nello stabilimento di Cornigliano.
Ricordo però alla Fiom che le ragioni di taluni lavoratori non dovrebbero essere rivendicate a danno di altri.
E ricordo anche che, come ben sa la Fiom, i lavoratori Ilva, nonostante il momento di estrema difficoltà, sono certamente più tutelati di coloro, liberi professionisti, negozianti, rappresentanti di commercio, autotrasportatori, e molti altri che risentono di certe forme di protesta che impattano sulla mobilità e il normale svolgimento della vita in una città che solo in queste ore sta ripartendo.
Esistono le ragioni, e i lavoratori Ilva ne hanno, ma credo sia più giusto esercitarle in modo da non danneggiare le ragioni altrui.
Certi toni, certe affermazioni, anche talune forzature ci riportano ad epoche e modalità di un confronto sociale che francamente nessuno rimpiange e di cui non c’è bisogno oggi, mentre Genova e la Liguria cercano faticosamente dopo un anno e mezzo di pandemia e chiusure forzate di ripartire”.