“Stamane ho assistito a un surreale spettacolo in Parlamento: il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha definito improvvide le iniziative delle Regioni che consentono un po’ di lavoro e un po’ di libertà alle persone. Con prudenza e regole.
Il premier ha invocato quei ‘pieni poteri’ contro cui si era scagliato qualche mese fa.
Oltre al coronavirus virus, dalla Cina deve essere arrivata una strana voglia di emulare quel Paese: forse il nostro premier si crede Xi Jinping. Per fortuna non ne ha i poteri, forse neppure le capacità”.
Lo ha dichiarato oggi il governatore ligure Giovanni Toti.
“I provvedimenti delle Regioni – ha spiegato Toti – sono pienamente legittimi. E anche se il vicesegretario del Pd Andrea Orlando poco fa ha fatto finta di scordarsene, sono stati presi da amministrazioni di centrodestra e di centrosinistra, compresa quella del suo segretario Nicola Zingaretti in Lazio, che ha copiato molte delle decisioni prese in Liguria su stabilimenti balneari e manutenzioni delle barche.
Guarda un po’, anche il Pd, tranne nella nostra Regione, ritiene che i provvedimenti del Governo siano inadeguati.
Improvvido semmai è il piano presentato da Conte, fumoso per tempi e regole.
Improvvida è la gestione degli aiuti economici alle categorie, che pochi ancora hanno visto.
Improvvidi gli aiuti economici alle famiglie, che dovrebbero vivere con 600 euro per tre mesi.
Improvvido che ancora il Governo non si sia pronunciato sui test sierologici. E potrei continuare.
A Roma abbiamo fatto gestire con pieni poteri i giorni caldi della crisi. Non tutto è andato per il verso giusto. Ora che andiamo verso la fase della riapertura il Governo e il premier si mettano in testa che la nostra Costituzione prevede che esistano le Regioni e anche un luogo che si chiama Parlamento, che è rimasto fin troppo chiuso.
Siamo pronti al dialogo ma senza assegni in bianco. La Liguria non rinuncerà a dare speranza a negozianti, ristoratori, parrucchieri, lavoratori della nautica, estetisti, baristi e a tutti coloro che aspettano di sapere come e quando torneranno a mantenere le loro famiglie con il loro lavoro.
Lavoro che, caro presidente del Consiglio, è un diritto Costituzionale, come la libertà.
Basta minacce, lavoriamo insieme per far ripartire seriamente l’Italia”.