“Per noi, come per altre Regioni, le linee guida dell’Inail sono un documento, ma non sono legge, è solo un parere tecnico. Come Regione Liguria adotteremo nostre linee guida, che in parte abbiamo già concordato e condiviso con le categoria, ma che definiremo nella giornata di domani con i balneari, per fare in modo che in Liguria le imprese del settore possano aprire nel rispetto di tutte le condizioni di sicurezza, ma con norme di buonsenso che permettano loro di lavorare”.
Lo hanno dichiarato oggi pomeriggio il governatore Giovanni Toti e l’assessore al Demanio marittimo Marco Scajola, annunciando il varo di linee guida regionali autonome per il settore balneare.
Ricordiamo che oggi i responsabili dell’Inail hanno pubblicato il “Documento tecnico sull’analisi di rischio e le misure di contenimento del contagio da SARS-CoV-2 nelle attività ricreative” che tra le altre cose prevede, testualmente:
“Nella ridefinizione del layout degli spazi, bisogna rispettare le seguenti distanze.
La distanza minima tra le file degli ombrelloni pari a 5 metri.
La distanza minima tra gli ombrelloni della stessa fila pari a 4,5 metri.
Le attrezzature complementari assegnate in dotazione all’ombrellone (ad es. lettino, sdraio, sedia) dovranno essere fornite in quantità limitata al ne di garantire un distanziamento rispetto alle attrezzature dell’ombrellone contiguo di almeno 2 metri.
Le distanze interpersonali possono essere derogate per i soli membri del medesimo nucleo familiare o co-abitante.
Tra le attrezzature di spiaggia (lettini, sdraie, etc.) ove non allocate nel posto ombrellone, dovrà essere garantita la distanza minima di 2 metri l’una dall’altra“.
“Come chiediamo da tempo – hanno aggiunto Toti e Scajola – è necessario che le Regioni, nell’ambito di norme nazionali di buon senso, recuperino le loro piene potestà e possano quindi legiferare.
È fondamentale anche per quanto riguarda il settore balneare. Le distanze indicate nel documento dell’Inail non sono applicabili alla Liguria, non tengono conto della realtà, sono troppo ampie.
Il documento rilasciato dall’Inail è assolutamente irricevibile poiché condannerebbe all’estinzione le imprese balneari della Liguria, e produrrebbe un danno economico incalcolabile per tutto il comparto turistico, per l’indotto e una emorragia di posti di lavoro estremamente preoccupante.
Con queste indicazioni si perderebbero oltre il 75% degli ombrelloni, potendone piazzare solo 1 su 4.
Questo, unito al ritiro dal Dpcm della proroga per 15 anni delle concessioni demaniali, significa certificare che non esiste alcuna certezza sulla continuità del lavoro delle imprese, e cioè condannare a non poter andar avanti.
Il ministro Franceschini si era impegnato pubblicamente, dicendo che avrebbe inserito nel nuovo Dpcm un punto in cui veniva ribadita senza alcuna incertezza la necessità di estendere per i 15 anni le attuali concessioni demaniali marittime, come previsto dalla legge 145 del 2018.
Tutto questo non è avvenuto e non se capiscono i motivi. In altre parole, si tratta di un ulteriore schiaffo alla categoria, alle imprese, ai lavoratori, al comparto nazionale del turismo.
Non si capisce neanche perché si parli di distanze minime di sicurezza di almeno un metro nella vita di tutti i giorni e invece sulla spiaggia, al sole e all’aperto, si debbano mantenere distanze di almeno 5 metri.
Non appena abbiamo ricevuto il documento dell’Inail abbiamo incontrato subito le associazioni di categoria balneari liguri e le camere di commercio e per giovedì, come coordinatore nazionale del tavolo interregionale del demanio marittimo, ho convocato tutte le Regioni in videoconferenza per affrontare questa situazione, dannosa non solo per la Liguria ma per tutta l’economia nazionale.
Noi siamo per il rispetto delle regole, la tutela della salute, ma con senso di responsabilità e buonsenso, come il Governo non ha dimostrato ancora una volta di saper fare”.