Secondo quanto previsto dal testo del nuovo Dpcm, in attesa della versione definitiva e della firma entro giovedì da parte del premier Giuseppe Conte, in Liguria potrebbe essere emanata già oggi o al massimo dopodomani un’ordinanza con ulteriori misure restrittive sul territorio.
In particolare per i quartieri di Genova in cui la circolazione de virus oscilla tra i 5 e 10 positivi per 10mila abitanti.
Lo hanno riferito ieri sera il governatore Giovanni Toti e il sindaco Marco Bucci.
“Genova con alcuni suoi quartieri – ha spiegato Toti – è la sorvegliata speciale.
Con il sindaco Bucci stiamo valutando eventuali misure specifiche per i quartieri più interessati, ci riserviamo di intervenire nelle prossime ore non appena conosceremo il quadro esatto del nuovo decreto del presidente del Consiglio dei ministri”.
“Certamente – ha aggiunto il sindaco Bucci – Genova è la situazione più critica di tutta la Liguria.
Conosciamo il codice postale di tutti i quartieri dove il contagio è più alto. Alcune zone registrano 8-9 positivi su 10mila persone, altre 0.5 positivi e sono ampiamente sotto la soglia critica.
Dobbiamo continuare a seguire ovunque le norme di prevenzione. Ossia uso delle mascherine, distanziamento interpersonale e lavaggio delle mani”.
Il Centro storico di Genova resta la zona a più alta diffusione del contagio, in particolare le vie a ridosso del Porto Antico che oscillano tra 5-10 contagiati per 10mila abitanti.
In quest’area Comune e Regione potrebbero imporre “misure restrittive aggiuntive”.
Per quanto riguarda l’analisi del testo del nuovo Dpcm, inviato ieri dal Governo alla Conferenza delle Regioni, Toti ieri sera ha riferito che “abbiamo concluso la prima riunione dei governatori per analizzare indiscrezioni e ipotesi sul prossimo Dpcm e ora è in corso la cabina di regia tra enti locali e Governo.
Domani (oggi, ndr) conosceremo le misure definitive scelte, mi auguro che siano questa volta in pieno accordo con le Regioni e i Comuni.
Le Regioni non hanno eccepito sull’obbligo di mascherina, sottolineando solo alcune differenze tra aree.
Importante e condivisa anche le limitazioni della somministrazione di bevande a consumo, soprattutto da asporto, dove gli spazi sono ristretti e si creano facilmente assembramenti.
Abbiamo chiesto soltanto che le limitazioni tengano conto delle difficoltà economiche di un settore già molto martoriato.
L’invito a usare La mascherina in casa mi sembra un’esortazione generica, nel caso si invitino persone non conviventi.
È evidente che la casa è un bene tutelato, i controlli nelle case sono possibili solo in flagranza di reato o con mandato di perquisizione.
Siamo su valori costituzionali molto preziosi. Penso che il Governo si limiterà a esortazioni e niente di più. Me lo auguro”.