“Oggi abbiamo fatto una lunga riunione con i direttori generali, i vertici di Alisa, Liguria Digitale che si occupa del sistema informatico per mettere a punto il piano previsto dal decreto legge 34 del Governo per far fronte all’eventuale ritorno del Covid-19 in autunno.
Presenteremo il piano nei prossimi giorni.
Stiamo mettendo a punto anche il piano per la riapertura di tutta la sanità regionale, Cup compreso, che riaprirà il 22 giugno“.
Lo ha dichiarato stasera il governatore ligure Giovanni Toti.
“In vista della riapertura del Cup – ha spiegato la vicepresidente e assessora regionale alla Sanità Sonia Viale – abbiamo dato mandato alle aziende di fare monitoraggio sulle agende per capire a che punto è lo smaltimento delle visite già prenotate fino all’otto marzo.
Alcune hanno già smaltito tutto l’arretrato e quindi sono capaci, per alcuni tipi di prestazioni e di visite, di aprire immediatamente l’agenda per inserire nuove prenotazioni.
Altre sono in difficoltà o stanno finendo le visite prenotate e sospese.
I cittadini verranno informati dettagliatamente, e in modo chiaro e trasparente, sulle opportunità di prenotazione, ma è chiaro che bisogna iniziare.
Si comincerà naturalmente con la giusta gradualità, dato che per le regole di sicurezza i tempi di svolgimento delle visite sono cambiati.
Chiederemo di aprire anche il sabato.
Parallelamente agli ambulatori verrà riaperta anche la libera professione”.
Nelle riunioni di oggi è stato affrontato anche il problema della pianificazione sanitaria in vista dell’autunno.
“In previsione di una ripresa del picco emergenziale – ha aggiunto Viale – ci stiamo attrezzando anche in base a quanto chiedono i provvedimenti governativi.
Il ‘decreto Rilancio’ pone alcune scadenze e chiede la redazione del piano ospedaliero.
Siamo a buon punto: abbiamo ricevuto i contributi da tutte le aziende e lo stiamo completando.
Avremo la conferma dell’assetto della nostra rete ospedaliera e della capacità di riattivare in pochissimo tempo i posti letto dedicati ai pazienti Covid-19.
Altra importante conferma per il nostro sistema sanitario è la rilevanza che il Decreto rilancio dà all’area territoriale nella pianificazione della risposta all’emergenza: è stato il cuore della nostra riforma sanitaria, l’infermiere di famiglia è una figura nota al nostro sistema e siamo tra le poche regioni ad aver istituito il master universitario per infermiere di famiglia. Stiamo lavorando su solide basi”.