Il primo incontro potrebbe avvenire già domani sera, dopo il via libera della gip del Tribunale di Genova Paola Faggioni. In questa seconda tornata di faccia a faccia, dopo il diniego dei giudici del Tribunale del Riesame alla revoca degli arresti domiciliari, potrebbe essere l’assessore Giacomo Giampedrone a incontrare di nuovo nella casa di famiglia ad Amegli il governatore ligure Giovanni Toti.
Le porte della villetta dove il governatore è ai domiciliari da martedì 7 maggio con l’accusa di corruzione elettorale, si apriranno successivamente anche all’altro assessore, Marco Scajola.
Ma soprattutto al vicepremier e ministro del Mit Matteo Salvini, che ha più volte espresso la sua solidarietà e vicinanza a Toti, come lunedì nel corso dell’evento per presentare L’Italia dei Sì e le grandi opere che si è tenuto a Genova.
“Conto di incontrare Toti il prima possibile” e “parleremo di futuro”, le sue parole.
L’incontro con Salvini potrebbe svolgersi nel prossimo fine settimana.
La gip Paola Faggioni ha invece negato l’incontro ad Ameglia con gli esponenti del M5S, che avevano provocatoriamente chiesto di vedere Toti per “dirgli di dimettersi”.
Nel frattempo, ha lasciato il carcere, dopo oltre due mesi in cella a Marassi, l’ex presidente dell’Autorità portuale ed ex amministratore delegato di Iren Paolo Emilio Signorini, accusato di corruzione.
L’indagato starà in una casa in affitto in piazzetta Tavarone, nel cuore del Centro storico genovese e alle spalle di Palazzo San Giorgio la sede dell’Autority.
Il licenziamento di Iren e il tempo trascorso in carcere “pur a fronte dell’estrema gravità delle condotte come anche ritenuto condivisibilmente dal Tribunale per Riesame”, sono alla base della decisione della magistratura genovese.
Queste due circostanze costituiscono “elementi favorevoli all’indagato – si legge nell’ordinanza – che fanno ragionevolmente ritenere che le esigenze cautelari, sia pure ancora presenti, si siano ridimensionate e che, pertanto, possano essere “astrattamente” soddisfatte con la misura degli arresti domiciliari, purché con “modalità blindate””.