“Vi ricordate la compatta reazione di questo Governo all’inchiesta ligure che ha smascherato tutto il marcio di una cupola politico-affaristica che ha malgovernato in questi anni la Liguria, danneggiando gli imprenditori onesti e gli interessi di tutti i cittadini?
Ebbene il ‘martire della giustizia’ Giovanni Toti patteggia la pena per evitare una condanna più pesante.
Lo sta seguendo a ruota Signorini, l’ex-presidente dell’Autorità portuale ed ex-amministratore delegato di Iren. Eppure ricordiamo bene la reazione agguerrita e i numerosi attacchi alla magistratura, di esponenti di Governo e dei giornali di centrodestra”.
Lo ha dichiarato oggi X/Twitter il leader del M5S ed ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
“A partire dalla premier Meloni, massima esperta in complottismi – ha aggiunto Conte – che non solo evocava cospirazioni, ma denunciava l’intervento a orologeria della magistratura ‘guarda caso, in campagna elettorale’.
Per non parlare di Salvini, che tuonava: ‘gravissimo, giustizia politicizzata’.
E poi Crosetto che si improvvisava esperto giurista e assicurava ‘nessun illecito’.
E infine Tajani che denunciava il condizionamento del voto da parte della magistratura.
I fatti di Genova e della Liguria sono gravissimi e l’ammissione di colpevolezza di Toti e Signorini si aggiungono a un quadro probatorio già grave e puntuale.
Ma non pensate che la copertura offerta dal Governo e gli attacchi scomposti a una magistratura che fa il proprio dovere sia altrettanto grave e denunci una modalità completamente distorta di reagire a gravi illeciti da parte di una classe dirigente incapace e concentrata solo a proteggere familiari, sodali e amichetti vari?
Secondo voi devono chiedere scusa per queste offese ai magistrati, colpevoli di fare il proprio dovere?
Devono chiedere scusa agli italiani e, in particolare, ai cittadini liguri che dopo essere stati defraudati da un sistema politico marcio si sono ritrovati con un presidente ai domiciliari che, grazie alle coperture dei sodali di Governo, ha resistito per mesi prima di dimettersi?
Noi non ci accoderemo mai a questo andazzo. Siamo in politica per denunciare la contaminazione tra affari e politica. Siamo in politica per contrastare in tutti i modi e con tutte le nostre forze questo modo deviato e malsano di amministrare la cosa pubblica, facendo gli interessi di pochi (politici e collusi vari) a discapito dell’interesse di tutti i cittadini.
Meritiamo un’Italia diversa da così, per risolvere i problemi serve una classe dirigente che non si senta una casta intoccabile. Reagiamo”.