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Toti: sereno, ma non posso parlare. No dimissioni. Perquisizione in Regione

Governatore ligure Giovanni Toti (foto d'archivio)

“Sono sereno, ma non posso parlare. Parlate con il mio avvocato Stefano Savi”.

Lo ha dichiarato stamane il governatore ligure Giovanni Toti appena uscito dal suo appartamento nel Centro di Genova accompagnato dagli investigatori della Guardia di finanza prima di raggiungere il Comando provinciale delle Fiamme Gialle in lungomare Canepa per essere interrogato.

Toti indossava un abito blu e una camicia azzurra, ma non l’abituale cravatta, e si è presentato con la barba fatta.

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“È molto sereno e molto tranquillo. E’ convinto di poter spiegare e chiarire tutto. Regione Liguria continuerà, anche in sua assenza, a lavorare. Si tratta di fatti di cui possiamo dare una spiegazione perché rientrano nell’ambito di legittima attività di amministrazione” ha ripetuto il suo avvocato Stefano Savi, ribadendo che “non si parla di dimissioni, ma di sospensione dalla funzione di presidente” che sarà presa in carico dal vicepresidente della giunta regionale Alessandro Piana (Lega).

Toti, arrestato stamane ai domiciliari per corruzione, oggi avrebbe dovuto recarsi nel Ponente ligure per partecipare a una conferenza stampa a Ventimiglia con Flavio Briatore e il sindaco Flavio Di Muro per l’apertura del nuovo Twiga e a un’altra sulla sanità a Bordighera all’ospedale Saint-Charles.

Intanto, è finita intorno alle 13 di oggi la perquisizione degli uffici della Regione Liguria in piazza De Ferrari da parte degli investigatori Guardia di Finanza che, nell’ambito della maxi inchiesta della Dda e della Procura di Genova, hanno accusato di corruzione il governatore ligure Giovanni Toti insieme a una decina di persone raggiunte da un’ordinanza cautelare e ad altri indagati.

Tre militari delle Fiamme Gialle in borghese sono usciti dall’ingresso principale con in mano alcuni faldoni di documenti e, dopo avere attraversato a piedi piazza De Ferrari, senza rilasciare dichiarazioni sono saliti su un’auto di servizio diretti in Procura.