C’è anche l’ipotesi di finanziamento illecito nell’ambito della maxi inchiesta della Procura di Genova per corruzione, in riferimento a presunti fatti del 2020-21, che martedì scorso ha portato agli arresti del governatore ligure Giovanni Toti (ai domiciliari), dell’ex sindaco di Portovenere e attuale capo di gabinetto di Toti Matteo Cozzani (ai domiciliari), dell’imprenditore portuale Aldo Spinelli (ai domiciliari) e dell’ex presidente dell’Autorità portuale e attuale amministratore delegato (sospeso) di Iren Paolo Emilio Signorini.
L’accusa, che non è contestata nella misura cautelare di martedì scorso, al momento riguarda due indagati.
Si tratta del consigliere di amministrazione di Esselunga Francesco Moncada e dell’editore della televisione Primocanale ed ex senatore genovese Maurizio Rossi (Lista Monti), perquisito tre giorni fa.
I pm della Procura di Genova stavano già indagando per finanziamento illecito alla fondazione Change e al partito di Toti. L’inchiesta partita nel 2021, ancora aperta, è coordinata dal pm Luca Monteverde, lo stesso dell’indagine sul cosiddetto “sistema Toti”.
In quel fascicolo sono indagati una serie di imprenditori che, per l’accusa, avrebbero versato soldi alla fondazione in maniera occulta.
Tra questi anche Pietro Colucci, alla guida di diverse società che si occupano di raccolta e smaltimento rifiuti.
Nei mesi scorsi, nell’indagine su Change, gli investigatori della Guardia di finanza avevano anche perquisito le imprese di Vincenzo Onorato, armatore Moby, e dei petrolieri Costantino di Europam e Black Oil.
Tra i finanziatori sotto la lente degli inquirenti genovesi, oltre a Spinelli, anche gli imprenditori genovesi del settore natutico Amico e l’armatore Gianluigi Aponte.
Nell’ordinanza di custodia cautelare che ha portato agli arresti domiciliari di Toti, emerge anche che Colucci risulta indagato per corruzione in merito a una presunta vicenda della gestione delle discariche di rifiuti.