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Toti: voto di scambio? Cene elettorali. Spinelli? Necessario evitare guerra in porto

Il governatore ligure Giovanni Toti (foto d'archivio)

“Non ho commesso alcun reato” le parole consegnate al legale difensore Stefano Savi

Il governatore della Liguria Giovanni Toti, da martedì 7 maggio agli arresti domiciliari per corruzione elettorale, sta preparando la sua difesa e poi, una volta attenuata la misura cautelare di parlare con i suoi alleati per decidere se dimettersi o rimanere alla guida della Regione Liguria.

Il suo avvocato Stefano Savi fa “pressing” sugli inquirenti affinché interroghino il suo assistito il prima possibile, ma stamane è trapelato da Palazzo di giustizia che Toti sarà interrogato nella settimana dal 27 maggio in poi e quindi dovrà restare rinchiuso ai domiciliari nella sua casa di Ameglia ancora due settimane.

Intanto, oggi è emersa su alcuni quotidiani la linea difensiva di Toti, il quale ha sempre ribadito, per il tramite del legale difensore, che i finanziamenti elettorali risultano essere stati sempre tutti tracciati in modo trasparente (la contestazione degli inquirenti genovesi è in sostanza per 74mila euro riferiti a presunti fatti risalenti al 2020-21, anche questi tracciati).

“Il voto di scambio? Semplici cene elettorali” si legge sul quotidiano La Repubblica.

In ballo, però, non ci sono soltanto i presunti voti dei “riesini” a Genova, ma anche le presunte pressioni sui membri del Comitato portuale per agevolare l’imprenditore Aldo Spinelli in un’attività che, secondo la linea difensiva riferita dai giornali, sarebbe stata posta in essere soltanto perché era necessario “evitare la guerra nel porto” nell’interesse pubblico di Genova e della Liguria.

Inoltre, per quanto riguarda gli incontri a Montecarlo con Aldo Spinelli, l’avvocato Stefano Savi oggi ha precisato che “a Monaco è stato una sola volta insieme alla moglie per motivi famigliari. In quell’occasione Spinelli li ha invitati a mangiare qualcosa insieme. E’ stato un incontro assolutamente casuale, totalmente a carico di Toti che se l’è pagato con i suoi soldi. E Briatore non c’entra nulla”.