Michele Fantini era nato a Genova 51 anni fa ed aveva frequentato il Liceo Scientifico Martin Luther King.
Amante del mare e della vela, stanco della quotidianità, aveva “mollato tutto” ed aveva acquistato una barca a vela. Il Mahana, un ketch del 1971, in acciaio del cantiere belga Micot & Freres, lungo 17 metri.
Con la barca, dove viveva, si era trasferito a Cannes dove aveva intrapreso l’attività di skipper tra la Francia e la Spagna, in particolare Ibiza e Formentera. Attività portata avanti per diversi anni.
Purtroppo settimana scorsa il tragico evento. Le notizie sono frammentarie ma sembra che durante un’attività di manutenzione ordinaria sulla barca mentre era in rada ad Ibiza, il “Capitano” sia caduto battendo violentemente il capo.
Michele è finito in acqua privo di sensi o, come ha spiegato un medico legale, forse già deceduto, ed è andato a fondo per poi riemergere.
L’allarme è partito quando il tender del Mahana è stato trovato in mare nei pressi del porto di Ibiza. Alla fine delle ricerche, il corpo senza vita di Michele è stato ritrovato.
Gli amici più vicini, con la madre che è giunta da Pisa, si sono incontrati per l’ultimo saluto a Michele.
Secondo quanto ci racconta un suo fraterno amico da uomo libero e per la sua passione, le sue ceneri sono state disperse al vento nel mare che lui adorava, quello intorno ad Ibiza.
Michele Fantini. Il ricordo degli amici
Davvero toccanti i ricordi su Facebook per ricordare il “Capitano” Michele Fantini.
“Ciao Cuggi o meglio “Capitano” – scrive Gianandrea – adesso spiega le tue vele e vola con Mahana su quell’infinità che è semplicemente lo specchio del cielo. Fai buon viaggio uomo libero perché se tra Genoa e Samp non eravamo in accordo, tra erba e alcool lo eravamo quasi, ma quando si parlava di mare gli occhi brillavano a entrambi!!!
La vita è come il mare. Dobbiamo alzare le vele talvolta a favore del vento, altre volte controvento, ma dobbiamo sempre continuare a navigare per non andare alla deriva.”
“Ci sono andato con il cuore pesante, ma dovevo andare, per superarlo – scrive Wietske – e per la prima volta da settimane, loro erano lì. Quindi questa è per te Fantini Michele”
“Perdere un fratello guerriero della luce è un dolore lacerante, scrive Armando. Ti sei messo a riposo fratello, senza avvisarmi. Piango solo per non essere stato presente durante il tuo ultimo pensiero, prima che hai preso l’ultima porticina verso la luce.
È l’ultimo pensiero che conta, il succo della tua esistenza…. il momento che avrei voluto prendere la tua mano e guardarti negli occhi, a costo di perdere la mia di vita.
Ci rivediamo Michele. Ci rivediamo, perché i legami puri sono eterni…. nel bene e nel male. Amen”. L.B.