Non si era immediatamente fermata all’alt dei carabinieri. In particolare, aveva fatto inversione di marcia ed era tornata indietro dopo pochi minuti per riferire ai militari, tra le altre cose, che si rifiutava di sottoporsi all’alcoltest.
Una mossa che non è piaciuta al giudice del Tribunale di Savona, il quale ieri ha condannato a tre anni di reclusione la presunta furbetta e ubriaca al volante.
L’avvocato difensore ha annunciato ricorso, sostenendo che il solo fatto di rifiutarsi di sottoporsi all’alcoltest ovvero la mancata autorizzazione all’esame non può dimostrare lo stato di ebbrezza della conducente, tanto meno che fosse ubriaca.
Inoltre, ha spiegato che in sostanza la sua assistita non era fuggita, ma aveva solo perso pochissimi minuti per trovare uno spazio idoneo a effettuare l’inversione di marcia per presentarsi al posto di blocco. Una circostanza che sarebbe stata chiarita in sede di indagini, ma che evidentemente non ha convinto del tutto il giudice.
La vicenda processuale si riferisce a un episodio avvenuto un paio di estati fa, quando la donna era stata accusata di avere travolto un ciclista in via Nizza a Savona procurandogli lesioni giudicate guaribili in 60 giorni dai medici dell’ospedale San Paolo.
Sulla decisione del giudice, avrebbe influito anche la nuova normativa su lesioni e omicidio stradali.