All’inizio dell’estate del 2019, nel levante genovese, si è registrata una recrudescenza di truffe e furti nei confronti di anziani, generalmente soli in casa.
I poliziotti del Commissariato di Chiavari hanno quindi avviato un’attività investigativa, constatando che due di questi episodi delittuosi, avvenuti a Chiavari e Lavagna, erano accomunati dalla stessa tecnica di raggiro consistente nella richiesta, da parte di 50enne, di controllare la funzionalità dell’impianto di riscaldamento dell’abitazione.
L’indagine, sviluppata con i colleghi del Commissariato di Rapallo, dove si era registrato un terzo episodio simile, è stata avviata anche con la visione delle immagini di videosorveglianza di alcuni esercizi commerciali della zona e del circuito cittadino, da cui è emerso che, nelle date e negli orari in cui sono stati commessi i crimini, era sempre transitata un’auto di marca Nissan.
Il veicolo è risultato intestato a un 62enne, pregiudicato per reati specifici, di etnia sinti.
Gli investigatori hanno quindi identificato altri due sinti come i complici dell’indagato.
Si tratta della moglie 60enne e di un 58enne, anche lui domiciliato in Piemonte, autore materiale delle truffe.
Lo scorso 11 febbraio il gip del Tribunale di Genova ha quindi emesso una misura cautelare restrittiva in carcere a carico dei tre nomadi.
Le ricerche compiute dai poliziotti dei due Commissariati, coadiuvati dalle Squadre Mobili di Genova e Torino, hanno portato in prima battuta al rintraccio e al conseguente arresto, lo scorso 21 febbraio di uno di loro in località Villafranca Piemonte.
Il 3 e l’otto giugno, nelle località di Cuneo e Genova, gli altri due sinti si sono consegnati agli inquirenti.