Oltre 150 emendamenti presentati dalla minoranza e dalla maggioranza, 14 ordini del giorno e una richiesta di sospensiva, respinta dalla giunta, in Comune a Genova.
Oggi in Sala Rossa si è iniziata la discussione della riforma dei municipi. Si tratta di una proposta di modifica dello statuto comunale, che da regolamento deve essere approvata da due terzi dell’aula, almeno fino alla terza votazione, in cui sarà invece sufficiente la maggioranza assoluta.
La riforma dei municipi, secondo gli obbiettivi della giunta Bucci, si riferisce in particolare alla definizione del loro ruolo politico rispetto a quello amministrativo, che sarà invece rappresentato dai dirigenti.
L’opposizione ha contestato soprattutto il taglio del budget da 280 mila euro uguale per tutti i parlamentini genovesi da gestire autonomamente.
La modifica dello statuto comunale con la riforma è stata già bocciata dai sei municipi su nove, quelli non governati dal centrodestra e quindi di diverso colore rispetto a quello del Comune.
All’inizio della seduta di oggi il Movimento 5 Stelle ha presentato una richiesta di sospensiva perché alcune modifiche sarebbero in contrasto con il testo unico degli enti locali “con una serie di errori grossolani”.
“Inoltre, il comma 1 ter è in conflitto con l’articolo 51 del regolamento del consiglio comunale poiché sottrae ai consiglieri comunali la possibilità di fare proposte di delibere per modificare il regolamento per il decentramento” ha inoltre riferito il capogruppo pentastellato Luca Pirondini.
Il segretario generale del Comune, Pasquale Criscuolo, ha spiegato che “la preoccupazione è infondata perché bisogna fare riferimento al regolamento dei municipi e non a quello del consiglio comunale”.