“Secondo il sindaco facente funzioni di Genova Pietro Piciocchi, chi lavora negli appalti comunali per la ristorazione, la pulizia o i servizi sociali guadagnerebbe fino a 35 euro l’ora, ma chi conosce davvero questi settori sa che non è così.
I dati reali negli appalti del Comune che applicano il contratto della cooperazione sociale (come emerge dai dati della Cgil) parlano di 10,93 euro lordi per un coordinatore, 9,18 per un cuoco, 8,08 per un operatore delle pulizie. Molti di loro hanno contratti part-time, stipendi bassi, tutele limitate.
Piciocchi non solo mente sui salari, ma continua a ripetere che il Comune di Genova non ha possibilità legale di intervenire: una scusa comoda per non assumersi responsabilità.
È l’ennesima falsità di una destra che fa campagna elettorale sulla pelle dei cittadini e manca di rispetto ai lavoratori.
Gli unici a non conoscere, o a ignorare, le condizioni salariali dei propri dipendenti sono proprio il Comune di Genova e il suo sindaco facente funzione, che accusa gli altri, ma dovrebbe puntare il dito contro sé stesso.
Questa non è solo una distorsione della realtà. È un modo di pensare la città che racconta molto. È la distanza tra chi governa con i numeri scritti in un ufficio e chi invece quei servizi li fa funzionare ogni giorno.
Noi crediamo che il Comune di Genova debba essere il primo a garantire condizioni di lavoro dignitose.
Per questo, con Silvia Salis sindaca, vogliamo introdurre una Carta del lavoro comunale, con salario minimo a 9 euro l’ora per tutti gli appalti, parità di genere e diritti certi per tutte e tutti.
A Genova il ‘lavoro povero’ è un’emergenza. E servono risposte oneste, non propaganda”.
Lo ha dichiarato oggi il consigliere regionale e segretario metropolitano del Pd a Genova Simone D’Angelo.