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Uccisa dal fratello, la famiglia fece 63 telefonate all’Asl 3 Genovese

Sororicidio, Cassazione conferma condanna a 24 anni per Scagni
Alberto Scagni (immagine Facebook)

Sessantatrè telefonate al Centro di salute mentale dell’Asl3 in un mese e mezzo, chiamate per chiedere aiuto per un figlio che non stava bene.

Le telefonate sono quelle di Antonella Zarri, mamma di Alice Scagni, la giovane uccisa dal fratello Alberto il primo maggio 2022.

È quanto emerge dai tabulati depositati in vista del processo in Corte d’Assise che s’inizierà domani.

La prima chiamata della donna, come anticipato dall’edizione genovese online di Repubblica, che compare nei tabulati, è datata 10 marzo 2022. L’ultima il 28 aprile, tre giorni prima dell’omicidio.

Non tutte le 63 stringhe che compaiono nei tabulati corrispondono a conversazioni effettive. Ci sono telefonate senza risposta, o numeri occupati. Secondo i genitori, assistiti dall’avvocato Fabio Anselmo, i continui tentativi di mettersi in contatto con i medici testimoniano la consapevolezza della gravità della situazione.

Tentativi, secondo i due genitori, andati a vuoto e inascoltati.

Per questo dopo l’omicidio avevano presentato un esposto per le presunte omissioni. In quel fascicolo sono indagati due agenti della Questura e una dottoressa del Centro di salute mentale della Fiumara.