Ieri i giudici del Tribunale del Riesame di Genova hanno scarcerato il migrante nigeriano Omonke Okoedio, 26 anni, che era stato arrestato a Ventimiglia con l’accusa di omicidio.
La sera del 14 ottobre scorso, nei pressi della piazza della stazione ferroviaria di confine, l’africano aveva ucciso con un grosso coccio di vetro alla gola un suo connazionale, Peter Enajeto, 33 anni, al culmine di una lite per motivi in fase di accertamento da parte dell’autorità giudiziaria.
Nelle undici pagine di motivazione i giudici genovesi hanno accolto la tesi difensiva della legittima difesa avanzata dall’avvocato difensore Mario Ventimiglia.
Inoltre, hanno ritenuto insussistenti i gravi indizi di colpevolezza.
Secondo quanto emerso finora, la dinamica del presunto omicidio appare contenuta in un video del circuito di videosorveglianza del bar dove è avvenuta la lite, dal quale risulta che il primo ad attaccare sarebbe stato Enajeto, il quale avrebbe aggredito il rivale all’addome con dei cocci di bottiglia.
Okoedio era stato successivamente ricoverato all’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure, dove i medici lo avevano operato due volte per togliergli i frammenti di vetro, che avevano rischiato di lesionargli la pleura. Il tutto si è consumato in una dozzina di minuti.
Sono le 19.14, quando la vittima, sempre secondo quanto emerso finora, colpisce per primo il rivale dentro al bar. Okoedio a questo punto finisce contro il muro e reagisce e colpisce Enajeto che a un certo punto si stringe le mani alla gola. Alle 19.26 verrà trovato riverso su una sedia morto dissanguato.
Mezz’ora prima del delitto nello stesso bar la vittima 33enne e il 26enne avevano bevuto un caffè assieme.
Il pm potrà ora ricorrere in Cassazione contro la decisione dei giudici del Tribunale di Sorveglianza oppure portare avanti la propria tesi con l’indagato libero.