Sulla guerra in Ucraina diversi commentatori stanno ora cominciando a parlare di pace. Non c’è guerra che alla fine non si concluda in qualche modo con la pace, anche se non sempre con un vero e proprio trattato di pace. Si pensi ad esempio alla guerra sovietico-giapponese.
Ma chi oggi parla di pace non ha colto, a mio avviso, il punto essenziale. Un cambiamento di significato di quella che doveva essere una ”operazione militare speciale” e che gli anglo-americani e i loro alleati europei hanno trasformato in qualcosa d’altro: un attacco guidato militarmente da Usa e Nato che mira alla destabilizzazione della Federazione Russa.
È ormai infatti evidente, se vogliamo guardare le cose per quello che realisticamente sono, che la ”operazione militare speciale” dei russi per liberare il Donbass si è trasformata in una guerra (sia pure non dichiarata) degli Stati Uniti e dei suoi alleati contro la Russia, utilizzando a questo scopo l’attuale dirigenza politica dell’Ucraina.
Dunque, qualsiasi trattativa non sarà tra la Russia e l’Ucraina, ma tra la Russia e gli Stati Uniti d’America, ed è evidente che questa trattativa potrà venire alla luce del sole e realizzarsi solo dopo le elezioni americane, sempre che queste elezioni diano un risultato diverso da quello precedente.
Chi oggi in Europa parla di pace lo fa perché dopo la caduta di Bakhmut è incontestabile che al momento la guerra sul terreno la stiano vincendo i russi.
Certo, ora si è iniziata la controffensiva ucraina e vedremo cosa succederà, ma con poche armi e munizioni c’è il rischio che si risolva solo in un nuovo bagno di sangue.
In ogni caso, parlare di pace oggi è una illusione e nasconde solo una trappola per i russi. Si spera che Putin, così come era caduto nella trappola degli accordi di Minsk (violati da Kiev) cada ora nella nuova trappola accettando per lo meno un provvisorio “cessate il fuoco”.
L’Occidente ha di nuovo bisogno di tempo per poter armare in modo ancora più deciso e sofisticato l’Ucraina, una pausa dunque è opportuna.
Però Putin e i suoi generali hanno imparato la lezione e questa volta non lasceranno il lavoro a metà. Sarebbe il suo primo grande errore, quello di fidarsi di nuovo di un Occidente che lo ha tradito e ha tradito la Russia stessa, ed ora parla di pace solo per poter meglio continuare la guerra.
Noi come europei dovremmo interrogarci su quello che abbiamo fatto e su quello che stiamo facendo. Perché la Russia era una parte dell’Europa, era una parte dell’Occidente cristiano, ed ora non lo è più.
Altro che pace, la guerra è destinata a continuare e a subire un’escalation perché è evidente che dopo la provocazione dei droni a Mosca per innervosire i russi, la guerra dal Donbass si estenderà a tutta l’Ucraina, nel tentativo di colpire Kiev, come gli ucraini hanno cercato di colpire Mosca. Ma non con i droni, con i missili. Prof. Paolo Becchi