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Ucraina, il conflitto si allarga? Esplosioni in Russia e in Transnistria

Ucraina, il conflitto si allarga? Due esplosioni in Russia e una in Transnistria
L'impianto di antenne radio abbattuto con due esplosioni (fonte https://t.me/mig41)

Transnistria, Russia e Moldavia. In due giorni ci sono stati alcuni episodi che possono far pensare come il conflitto possa allargarsi fuori dall’Ucraina.

Il primo è l’esplosione avvenuta ieri dei depositi di carburante in Russia, il secondo l’attacco a Tiraspol nei pressi dell’edificio del ministero della Sicurezza di Stato della Transnistria, la regione separatista filorussa che si trova a ridosso della Moldavia orientale.

Per quanto riguarda i depositi di carburante intorno alle 2 di notte sono stati dati alle fiamme due depositi di carburante nella città di Bryansk, in territorio russo, a 105 chilometri in linea d’aria al confine ucraino.

In particolare quello “civile” è quello che trasporta il greggio russo in Ucraina, Polonia, Ungheria e Germania.

I depositi hanno continuato a bruciare per parecchie ore. Due sono le ipotesi più avvalorate.

L’esplosione della zona di Bryansk

L’azione potrebbe essere stata effettuata da un gruppo di sabotatori o un attacco con droni. Altro attacco sarebbe avvenuto in una base militare nel villaggio di Parkany.

Un attacco è avvenuto attorno alle 17 a Tiraspol, la capitale della Transnistria, repubblica filorussa, indipendente dal ’92 e dove da tale data si trova un piccolo distaccamento di circa 1500 uomini di forze russe.

In particolare sarebbe stato attaccato, da un commando armato, il ministero della sicurezza di Tiraspol, al momento chiuso per le festività. Non ci sarebbero state vittime, ma solo danni materiali.

La polizia durante sopralluogo del ministero

Transnistria, Russia e Moldavia: colpito il centro radiotelevisivo Mayak

Questa mattina, invece, il villaggio di Mayak è stato svegliato da due esplosioni consecutive: la prima alle 6:40, la seconda alle 7:05.

Sul posto sono intervenute le forze dell’ordine e i servizi di emergenza della Transnistria.

L’attacco al centro radiotelevisivo Mayak

Le unità di polizia di Grigoriopol hanno isolato l’area del centro radiotelevisivo Mayak – Pridnestroviane; i genieri del ministero della Difesa hanno iniziato a esaminare tutti gli oggetti del PRTC.

A partire dalle 9 del mattino, le due antenne più potenti erano fuori servizio. Fonti e governo locale parlano di “attacco terroristico”

Nessuno del personale del PRTC o dei residenti locali è rimasto ferito. Il centro radiotelevisivo della Transnistria nel villaggio di Mayak, che lavora in formato analogico, è considerato una delle 14 stazioni più potenti dell’ex URSS.

Costruito alla fine degli anni ’60, il suo segnale era in grado di essere trasmesso negli Stati Uniti, nel Medio Oriente e nell’America Latina.

Alcuni analisti sostengono che sarebbero stati i russi con la finalità di incolpare l’Ucraina e creare delle condizioni per un intervento.

Viene scontato chiedersi perché allora colpire anche i trasmettitori e ripetitori di una radio russa. Che sia stato un errore? Difficile crederci.

Attualmente in Transnistria è stato introdotto il livello rosso di pericolo terroristico che prevede l’adozione di ulteriori misure di sicurezza, ha affermato il presidente della repubblica.

Per quanto riguarda la Moldavia il risultato è stato un rafforzamento di truppe rumene (paese Nato) al confine con il paese.

Transnistria, Russia e Moldavia: Le dichiarazione del portavoce russo Peskov

“Stiamo osservando da vicino gli sviluppi della situazione in Transnistria. Naturalmente, le notizie che provengono da lì destano preoccupazione”. Ad affermarlo ai giornalisti il portavoce del presidente Vladimir Putin, Dmitrij Peskov. Lo stesso Peskov in merito ai contatti tra il presidente russo Vladimir Putin e il presidente moldavo Maia Sandu visto l’aggravarsi della situazione in Transnistria, avrebbe detto: “Al momento non sono previsti contatti, e non sono stati pianificati”.