KABUL Orrore senza fine nella capitale afghana. Due potenti esplosioni causate da altrettanti kamikaze hanno fanno tuonare l’area di ingresso dell’Aeroporto Internazionale della città. Al momento si hanno notizie di 40 morti e 120 feriti, molti in fin di vita. 4 Marines americani sarebbero tra i deceduti. Ma la contabilità dei morti è drammaticamente in continuamente aggiornamento.
Ore 15:40 italiane. 18:10 locali. Dentro ”il canale” di scolo delle acque reflue dell’infrastruttura aeroportuale che circonda lo scalo “Hamid Karzai” stipato da decine di migliaia di afghani di tutte le età, un kamikaze si è mescolato alla folla è si è fatto saltare in aria.
Ore 16:30 italiane. 19 locali. Un altro terrorista imbottito di tritolo, strappa l’innesco della bomba che lo fascia, all’ingresso del Baron Hotel situato a poche centinaia di metri dall’aeroporto ed utilizzato in questi giorni di estrema concitazione come punto di raccolta di cittadini inglesi ancora in attesa di un volo di evacuazione per la vita, presenti anche molti fuggiaschi afghani, in grande maggioranza collaboratori a vari livelli della Missione inglese inquadrata in ISAF.
E’ un bagno di sangue “annunciato” nella capitale afghana. I timori delle intelligence mondiali sono diventati tragica realtà. Mentre si lotta contro il tempo per evacuare il numero più alto di personale, cittadini e, successivamente, militari dall’Afghanistan, il doppio attentato kamikaze è stato compiuto proprio all’aeroporto internazionale di Kabul. Il corrispondente del “New York Times” Fahim Abed, ha riferito nell’immediatezza della strage, di almeno 40 morti e 120 feriti, “il 60% dei quali in condizioni gravi”. Tra le vittime anche bambini, mentre sono rimasti feriti almeno tre Marines americani e, secondo la “Bild” tedesca, militari britannici, oltre a un alto numero di miliziani Taliban. Non c’è ancora stata la rivendicazione, ma il primo indiziato sembra essere, sia per le informazioni raccolte nelle ore passate dai servizi segreti occidentali che per le dinamiche dell’attacco, lo Stato Islamico nel Khorasan con il suo braccio armato e suicida di Isis-K.
Il “canale” che circonda l’aeroporto, noto come “Dirty River”, una vera e propria fogna a cielo aperto, è da 10 giorni l’unico spazio di concentrazione degli almeno 15mila afghani che cercano un impossibile varco di ingresso alle piste di atterraggio e decollo rapido dei voli internazionali d’emergenza inviati per l’evacuazione sul filo dei minuti che cercano di portare via dall’inferno sulla Terra di Kabul piu’ disperati possibile. Ora, l’area del “canale” antistante proprio l’”Abbey Gate”, l’ingresso principale dello scalo, è una palude color rosso sangue.
Le scarse ambulanze già presenti sul luogo, hanno caricato alcuni feriti e si sono dirette all’ospedale di Emergency. 6 giunti già senza vita, 60 feriti in maniera devastante. Il percorso a sirene spiegate, pero’, è stato fortemente rallentato dalla congestione di auto, molte abbandonate nelle strade, che formano uno “sbarramento di lamiere”, rendendo impraticabili le vie.
La strage annunciata
L’ultima nota di intelligence raccolta dalla Cia e condivisa con i Servizi segreti alleati, italiani compresi, porta la data di ieri. Le informazioni raccolte dagli 007 statunitensi annunciava per oggi, 26 agosto, a Kabul, quell’“apocalisse terroristica” asseritamente promessa e pianificata, dopo la caduta della capitale, dall’ISKP, l’Islamic State della provincia afghana del Khorasan. Quella genericamente evocata nelle ultime settantadue ore dalla Casa Bianca e dalla stampa americana e che, da quattro giorni, aveva tolto il sonno a Washington e alle cancellerie dei Paesi Nato, Palazzo Chigi compreso. Quella che ha convinto, lunedì scorso, il direttore della Cia William Burns ad incontrare di persona, a Kabul, il leader talebano Abdul Ghani Baradar.
La nota informativa in mano da ieri alla Cia riportava la realistica probabilità di una prima deflagrazione — indicava ancora l’alert — seguita, a distanza, da altre tre. Per massimizzare il numero di vittime anche tra i soccorritori che dovessero raggiungere la scena della prima esplosione. Puntualmente è successo. L’escalation di morte e sofferenza a Kabul ha preso un abbrivio omicida oramai difficile da controllare. Le prossime ore puo’ accadere di tutto. Marcello Di Meglio