Volume Cnr: Area naturale protetta Parco Nazionale Portofino e Levante Ligure
“Area naturale protetta, dichiarata tale da un governo nazionale, che viene preservato e tutelato attraverso norme specifiche dallo sviluppo antropico e dall’inquinamento, garantendone l’integrità, la biodiversità e la conservazione nel lungo periodo”.
A partire dal ruolo insostituibile delle foreste per la vita umana e dal rapporto speciale che da sempre lega l’uomo alla foresta, il volume – realizzato dal #Cnr e dal con la collaborazione del Centro di Riferimento Regionale per la Fitoterapia (Cerfit, Aou Careggi di Firenze) – presenta lo stato dell’arte delle funzioni terapeutiche della foresta rispetto alla salute mentale e fisiologica.
“L’uomo – hanno spiegato dal Cnr – si rapporta all’ambiente forestale attraverso tutti i suoi sensi e ne trae importanti benefici per la propria salute, come emerge dalle evidenze scientifiche raccolte negli anni, illustrate in dettaglio nel volume.
Sono discussi in particolare il ruolo e gli effetti delle preziose sostanze rilasciate dalle piante nell’aria forestale, nonché delle tecniche di conduzione delle persone nella foresta, utilizzate in esperienze congiunte Cnr-Cai, fornendo così contributi originali alla conoscenza della materia.
Le ‘istruzioni per l’uso’, la riproduzione a casa di elementi degli ambienti forestali e i prossimi sviluppi del progetto congiunto Cai-Cnr completano l’opera”.
“Estrapoliamo – hanno spiegato I Verdi della Liguria – dal libro bianco sullo stato dell’ambiente nel Levante della provincia di Genova: ‘…Il Comprensorio del Levante, peraltro, pur nella prevalenza di valori naturalistici e paesaggistici tra i più apprezzati al mondo, offre dei punti di fragilità segnati, da un lato, dall’eccessivo ed incontrollato sviluppo edilizio della Costa e dall’altro dal progressivo abbandono dell’entroterra ; mali che comportano ulteriori corollari quali il sistema viario insufficiente, la scarsa sicurezza del suolo con fenomeni di frequente franosità, la scarsità di fondi di sviluppo legata anche alla frammentazione della proprietà ed all’invecchiamento di forme di coltivazione divenute improduttive…’.
Ancora, come Verdi proponiamo innanzitutto di considerare, posto che l’ambientalismo non è una mozione di sentimenti né un vincolo ideologico, ma una disciplina fondata ormai su basi scientifiche, che nessun modello d sviluppo può sottrarsi ad un rapido fallimento se non poggia su di un forte grado di compatibilità con le caratteristiche proprie del territorio e non sia in grado di sfruttarne le potenzialità naturali, laddove la presenza dell’uomo sia un fattore di sinergia con i valori paesaggistici, naturalistici ed in genere ambientali, affinchè il possibile sviluppo appaia e si riveli durevole e produttivo per il futuro.
Ancora, quanto all’entroterra, ingiustamente degradato a mero spazio ludico per la caccia, nonostante la rivitalizzazione di lavorazioni tradizionali, quali quella dell’estrazione dell’ardesia (peraltro in crisi ), non ha potuto a tutt’oggi uscire dall’isolamento ed ha visto, in qualche caso, aggravarsi la sua situazione con il degrado idrogeologico, con la presenza spesso incontrollata di discariche anche inquinanti, con una viabilità irrazionale ed inefficiente.
Ancora, la volontà di ridurre le aree protette, all’insegna di scelte riduttive che solo pretestuosamente si appoggiano alla ritenuta inutilità di quelle che alcuni politici definiscono ‘Parchi di Carta’, rischia invece di soffocare lo sviluppo compatibile dell’intero territorio e di distruggere la sua possibilità di divenire strumento di ricchezza e di miglioramento della “qualità della vita” oltre che di qualificazione professionale per le nuove generazioni.
Possiamo concludere, ma solo in questa occasione, che il Parco Nazionale in discussione, deve rappresentare l’anello di congiunzione tra l’entroterra e la costa, laddove sarà l’entroterra che dovrà fornire le maggiori conoscenze naturalistiche , mentre la costa ne fornirà le conoscenze didattiche e propulsive necessarie ad acquisire e consolidare quel rispetto per la culla di ogni civiltà, che è la Natura”.