C’è un isola grande circa 150 chilometri quadrati, che galleggia alla deriva nell’Oceano Pacifico. Questo agglomerato è composto da pietra pomice e ha la stessa struttura di un iceberg, con circa il 90 percento sommerso e il 10 per cento sopra la superficie dell’acqua.
I vulcanologi dello Smithsonian Institute pensano, che l’isola semi sommersa, sia prodotta dall’eruzione di un vulcano senza nome, il suo cratere è una formazione sottomarina che si trova a 40 metri di profondità ed erutta magma ad alto contenuto di silice; si trova nei pressi dell’arcipelago delle Tonga, a 18.325 gradi sud, e174.365 gradi a ovest. Eruzione è avvenuta il 7 agosto scorso.
L’isola galleggiante è stata scoperta da un gruppo di velisti che si sono trovati a navigarci sopra. «Non era visibile e l’unico avvertimento era un distinto odore di zolfo.» Spiegano i velisti. Le immagini satellitari hanno poi confermato la gigantesca formazione.
L’ agglomerato è composto da pomice, un materiale leggero, ricco di bolle d’aria e si crea quando la lava si raffredda velocemente e perde il gas. Attualmente sta procedendo verso le isole Fiji, la Nuova Caledonia e Vanuatu, ad una velocità che va da 10 a 30 chilometri al giorno. La pomice ha un colore giallo grigio ed è composta da oltre un miliardo di miliardi di frammenti che fluttuano insieme.
Però la velocità e la direzione dipendono dalle correnti superficiali, dalle onde e dal vento. Potrebbero raggiungere le coste australiane, ma ci vorrà circa un anno. Nei prossimi mesi potrebbe cambiare aspetto perché verrà sicuramente colonizzata dagli organismi marini che vi troveranno un rifugio.
Così l’isola verrà ricoperta da batteri, alghe, cirripedi, granchi, anemoni, molluschi vermi e coralli che trasformeranno il suo colore in verde-marrone. Per questi animaletti marini, è un mezzo per andare migliaia di chilometri più lontano senza fare fatica. ABov