Per moltissime persone l’equilibrio intestinale è un problema con cui dover convivere faticosamente. Sono tante le volte in cui si sente qualcuno sbuffare stizzito a causa dei problemi di digestione, con una delle più comuni domande del periodo estivo: “come digerire meglio i peperoni?“.
Ora per i deboli di intestino arrivano delle novità molto incoraggianti dal continente australiano. Infatti la Monash University dell’Australia, una delle 100 università più prestigiose al volo con una sede anche italiana a Prato, ha annunciato che i suoi ricercatori sono stati in grado di individuare una molecola biologica che migliora la riparazione del rivestimento intestinale; questo è indotto dalla sua capacità di stimolare le cellule staminali con una funzione rigenerativa dei tessuti danneggiati in loco.
Lo strato di cellule che foderano dall’interno un intestino umano sano ha una importanza assoluta, perché rappresenta la barriera naturale per i miliardi di tossine e microbi che sono presenti dentro al nostro intestino. Questa barriera subisce spesso dei danneggiamenti per via di infezioni e di infiammazioni, che sono portatrici di sintomi anche dolorosi. Non è un caso che quando si conduce uno stile di vita stressante, con un’alimentazione non equilibrata, con abuso di “cibo spazzatura” sia importante intervenire per riequilibrare la flora batterica: vale a dire rimettere ordine all’ambiente addominale che ospita i microrganismi che regolano la digestione, e la conseguente assimilazione dei nutrienti, con il ricorso all’uso di probiotici ed eventualmente anche di prebiotici.
Lo studio australiano, pubblicato su Cell Stem Cell e guidato dalla professoressa Helen Abud e dal dottor Thierry Jardé del Monash Biomedicine Discovery Institute, ha studiato l’ambiente che circonda le cellule staminali intestinali e ha utilizzato la metodologia organoide “mini gut” in cui sono state coltivate minuscole repliche di tessuto intestinale in ambiente artificiale.
Il processo ha definito quali sono le cellule che sopravvivono nelle vicinanze delle cellule staminali intestinali, producendo la biomolecola Neuregulin-1 che è la responsabile della azione di stimolazione delle cellule staminali affinché diano inizio alla riparazione.
“La nostra scoperta davvero importante è che l’integrazione con Neuregulin-1 aggiuntivo accelera la riparazione del rivestimento intestinale mediante l’attivazione dei percorsi di crescita chiave”, ha detto la professoressa Abud, che prosegue “I nostri risultati aprono nuove strade per lo sviluppo di terapie a base di Neuregulin-1 per migliorare la riparazione intestinale e supportare il rapido ripristino della funzione intestinale critica”.
Alcune patologie a carico dell’apparato gastrointestinale, come il morbo di Crohn e la colite ulcerosa, costituiscono un grave problema di salute pubblica in tutto il mondo. Sono malattie che in molti casi non hanno una cura risolutiva e provocano gravi danni allo strato di cellule epiteliali che riveste l’intestino.
In queste condizioni, l’intestino ha una capacità limitata di ripristinare la sua principale funzione di assorbimento, in combinazione con diarrea, disidratazione, perdita di peso e malnutrizione. Lo sviluppo di modi per supportare la riparazione del tessuto intestinale migliorerà notevolmente il recupero del paziente.
“È stato molto emozionante osservare che Neuregulin-1 non solo può guidare le cellule a dividersi, ma migliora le proprietà delle cellule staminali che sovralimentano queste cellule in un programma di riparazione“, ha detto il dottor Jardé.