Esami superati alla facoltà di Economia aziendale dell’Università di Genova con l’aiuto di un professore esterno, che secondo le indagini inviava le risposte su WhatsApp durante lo scritto, ma anche tesi universitarie completamente scritte dal docente e discusse dagli studenti. Tutto dietro pagamento.
A scoprire i presunti fatti sono stati gli investigatori della GdF, che stamane hanno riferito di avere denunciato 22 persone nell’ambito dell’inchiesta “110 e frode”.
I finanzieri hanno cominciato l’indagine dopo la segnalazione da parte dei responsabili dell’Ateneo genovese che nelle scorse settimane avevano segnalato una sospetta compravendita dei testi per la prova scritta dell’esame di Ragioneria Generale.
Da quanto emerso, gli studenti avrebbero ricevuto l’aiuto a pagamento di un professore di scuola secondaria, esterno all’Ateneo, che oltre a tenere corsi di ripetizione “in nero”, avrebbe suggerito le risposte durante le prove d’esame ai giovani che frequentavano i corsi di Economia.
La presunta frode avveniva tramite testi e foto scambiati su WhatsApp.
Il professore, durante la prova, avrebbe ricevuto via chat dagli esaminandi, suoi allievi, una fotografia del testo del compito da risolvere. A quel punto, lo avrebbe svolto in diretta e lo inviato con le soluzioni agli studenti.
Durante la prova di un appello d’esame di ragioneria generale, gli investigatori della GdF si sono presentati in casa del professore, sequestrandogli lo smartphone, col quale era in chat.
Dall’analisi svolta sui dati estrapolati da smartphone e notebook, ma anche dall’analisi della documentazione cartacea sequestrata al professore (soprattutto agende), sono emersi numerosi casi di aiuti anche per le prove di statistica, ragioneria generale, test di accesso, marketing.
Sempre secondo la GdF, il professore redigeva anche tesi di laurea da presentare e discutere presso l’Ateneo genovese.