La nostra Repubblica è davvero democratica o c’è uno squilibrato potere della magistratura?
Negli Usa l’ex presidente Donald Trump ieri è stato condannato anche per corruzione e riconosciuto colpevole dai giudici di primo grado di 34 capi d’imputazione, ma è stato lasciato libero. Il tycoon è altresì libero di ricandidarsi alle prossime elezioni presidenziali di novembre, di parlare in Tv e di fare i suoi comizi.
In Italia il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti è stato indagato per corruzione elettorale, ma da martedì 7 maggio è stato messo agli arresti (domiciliari) e ha possibilità di parlare soltanto tramite il suo avvocato Stefano Savi. Se sarà rinviato a giudizio e condannato dal giudice di primo grado non potrà presentarsi alle prossime elezioni, ai sensi della discutibile “Legge Severino”.
Inoltre, in attesa del processo lo possono tenere agli arresti quanto tempo vogliono e ci vorranno degli anni prima di conoscere la verità giudiziaria.
Trump, che ha annunciato appello e si è definito “un prigioniero politico”, in sostanza è stato condannato perché in piena campagna elettorale, nel 2016, avrebbe pagato una presunta “tangente” di 130mila euro (non tracciata) per il silenzio dell’attrice porno Stephanie A. Gregory Clifford, in arte Stormy Daniels, su una presunta notte di sesso avuta con lei nel 2006 ed evitare così uno scandalo nel bel mezzo delle elezioni presidenziali.
Inoltre, secondo i giudici americani, avrebbe mentito e falsificato le carte per il pagamento effettuato tramite il faccendiere e allora avvocato di fiducia Michael Cohen, camuffandolo come una consulenza al suo legale.
La giuria, condannando Trump, ha in pratica avallato la tesi della pubblica accusa che c’era uno schema atto a violare la legge federale sulle elezioni. Questo ha trasformato un reato come la falsificazione dei dati contabili in un crimine più grave: quello di corruzione.
Toti, a un mese dalle elezioni europee e amministrative, è stato arrestato per corruzione elettorale perché, in sostanza, avrebbe ricevuto 74mila euro di finanziamenti (tutti tracciati) per la sua attività politico-elettorale dall’imprenditore portuale Aldo Spinelli nel 2020-21.
E non certo per il presunto falso sui dati Covid per ottenere più vaccini per i liguri, né per il presunto voto di scambio tanto è vero che non gli è stata mai contestata l’aggravante mafiosa.
Gli stessi pm della Procura di Genova non contestano mazzette, bustarelle o valigette piene di soldi perché agli atti di questo caso politico-giudiziario non esistono e non sono state trovate, ma ipotizzano una “tangente” (i finanziamenti elettorali) la cui somma è stata tracciata con bonifici e poi spesa per l’attività politica in modo trasparente con un dettagliato rendiconto.
Ciò che contestano i pm genovesi, al punto da chiedere e ottenere gli arresti domiciliari, è che il governatore ligure abbia ricevuto i finanziamenti elettorali (la “tangente”) in cambio di uno specifico interessamento o favori a Spinelli per la vicenda del porto.
Tra l’altro, appare inverosimile che un “politico corrotto” prenda soltanto 74mila euro quando poteva ben sapere, come tutti, che l’affare ammontava a decine di milioni di euro, come abbiamo già spiegato su queste pagine.
Soltanto da questo punto di vista, preferireste continuare a vivere secondo la legge e il sistema giudiziario dell’Italia?
Oppure preferireste la legge e il sistema giudiziario degli Usa, dove i cittadini possono essere liberi di ascoltare sia i comizi del condannato Trump sia quelli del suo rivale dem Joe Biden e decidere democraticamente chi votare?
In altre parole, il vero potere in democrazia spetta ai magistrati o al popolo?
Non appare in effetti mostruoso che, come già evidenziato su queste pagine, il prossimo governatore ligure lo decidano i magistrati?
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