Situazione non facile quella dei vigili del fuoco che si trovano anche loro, come le altre forze dell’ordine, i sanitari ed altri lavoratori considerati strategici, in prima linea.
Come spiegava il Comandante Fabrizio Piccinini “I Vigili del Fuoco di Genova sono addestrati e protetti per affrontare il rischio NBCR (Nucleare, Biologico, Chimico, Radiologico), hanno da sempre procedure e dispositivi di protezione individuale e collettiva per svolgere in sicurezza il soccorso, provvedendo al reintegro del materiale utilizzato” ed hanno adotta “tutte le misure di protezione prescritte dall’autorità sanitaria nazionale”.
A livello pratico le varie sedi, comando compreso, sono state ottimizzate.
Da quanto si apprende è stato attivato un sistema di smart working o telelavoro da casa per il personale amministrativo, mentre quello operativo è stato organizzato nelle varie sedi con turnazioni precise alle quali partecipano sempre gli stessi elementi per evitare l’avvicendamento ed una promiscuità tra le squadre.
Le sedi sono state dotate di dispenser e di disinfettante per le mani e per le superfici.
Sono state limitate tutte le attività corsistiche esterne, ma mantenute tutte quelle collegate al soccorso con la chiusura delle palestre presenti nelle sedi, per evitare ogni contatto ravvicinato.
Per quanto riguarda le mense, ci spiegano, tutte le persone mangiano ad oltre un metro di distanza l’una dall’altra, sempre per evitare i contatti.
Mentre a tutte le persone che arrivano dall’esterno, sia per il cibo, che per le pulizie, viene misurata la temperatura.
“Anche durante l’attività operativa ordinaria che, per fortuna, di questi tempi, è limitata, ci spiegano, vengono impiegati i dispositivi di protezione individuale e manteniamo compiti sempre precisi per limitare al massimo i contatti”.
Vigili del fuoco | Impegno massimo: 6 VVF genovesi in autoisolamento fiduciario
Se ieri, lunedì 30 marzo, il Comandante dichiarava che sei Vigili del Fuoco genovesi si trovavano in autoisolamento fiduciario, ma non vi erano casi accertati positivi al coronavirus, oggi il sindacato Usb lamenta come “nessun tampone sia stato fatto di routine ai Vigili del Fuoco”, come peraltro non è ne stato fatto “ai lavoratori che svolgono attività strategiche per il paese e nessun tampone (sia stato fatto) agli ammalati a casa con sintomatologie riconducibili al Covid-19”.
Il sindacato prosegue evidenziando il caso di un collega genovese al quale l’organizzazione sindacale USB ha deciso di pagare, presso una struttura privata, l’esame del sangue per il controllo degli anticorpi dove è risultato positivo al virus.
Secondo quanto riporta Usb il collega avrebbe passato “più di quindici giorni con la febbre a 38” ma ciò “non è bastato a far attivare le procedure per il tampone; a niente è valsa la comunicazione del lavoratore al Comando dei Vigili del Fuoco di Genova nella quale dichiarava la quarantena della famiglia imposta dal medico curante”.
“Si è trattato, accusa il sindacato, di un silenzio assordante del Comando VVF Genova e dell’ASL Genovese che non ha effettuato nessun tampone con il rischio di un aumento inevitabile dei contagi tra i lavoratori che aveva frequentato durante i turni di servizio di soccorso”.
E se il comandante Piccinini spiega come quello attuale sia “Un momento difficile per ogni cittadino italiano” e lo sia anche per i vigili del fuoco che “continuano a garantire la sicurezza per gli altri”, per voce di Stefano Giordano coordinatore nazionale USB vigili del Fuoco, di trovare all’interno del Corpo “una scarsa sensibilità che fa sentire i vigili del fuoco al tempo del Covid come carne per il cannone”. L.B.