La sede dall’Autorità portuale di Genova è occupata da questa mattina dai lavoratori dell’Usb, protagonisti di un doppio presidio all’esterno di Palazzo San Giorgio e all’interno, nella Sala dei Capitani, e di un’assemblea permanente. La protesta non riguarda l’inchiesta per corruzione che ha travolto la Liguria da due settimane, ma muove dall’esclusione della sigla sindacale dalle relazioni con il terminal Psa.
“Noi non diamo colpa ai sindacati confederali – hanno spiegato gli esponenti dell’Usb – ma vogliamo una rappresentanza perché siamo presenti sui luoghi di lavoro. Con questo atto vogliamo dire che vogliamo essere riconosciuti come parte sociale all’interno del Porto di Genova”.
In particolare, il sindacato lamenta l’esclusione della propria lista, corredata da 200 firme, dalle elezioni per l’rsu nel terminal del ponente genovese.
“Il modello genovese emerso nelle ultime settimane è l’esatta rappresentazione di quello che tutti i giorni vediamo sui posti di lavoro – hanno denunciato dall’Usb- la creazione di cartelli che legano assieme diversi interessi”.
Maurizio Rimassa, coordinatore regionale del sindacato, ha aggiunto che “la questione delle elezioni per il rinnovo della Rsu ci vede esclusi con motivazioni pretestuose, ma rivelatrici di un sistema che vuole rimanere permeabile all’esterno. L’Autorità portuale è un sistema pubblico, ma si sceglie gli interlocutori di comodo e si rifiuta di incontrare l’Usb”.