Stamane al cimitero di Staglieno il capogruppo regionale di Forza Italia Angelo Vaccarezza, il consigliere comunale delegato alla Protezione civile Sergio Antonino Gambino (FdI) e l’ex presidente di Regione Liguria Gianni Plinio (CasaPound) hanno partecipato alla commemorazione per i Caduti della Repubblica Sociale Italiana: “A 73 anni di distanza, lasciamoci alle spalle gli odi della guerra civile e rispettiamo tutti i caduti per una propria idea di Patria”.
“Inizio oggi il mio intervento – ha aggiunto Gambino – leggendo due strofe della canzone, ma potrei dire della poesia, di Francesco De Gregori ‘il cuoco di Salò’.
Se quest’acqua di lago fosse acqua di mare
Quanti pesci potrei cucinare stasera
Anche un cuoco può essere utile in una bufera
Anche in mezzo a un naufragio si deve mangiare
Che qui si fa l’Italia e si muore
Dalla parte sbagliata
In una grande giornata si muore
In una bella giornata di sole
Dalla parte sbagliata si muore
E alla sera da dietro a quei monti
Si sentono colpi non troppo lontani
C’è chi dice che sono banditi
E chi dice Americani
Io mi chiedo che faccia faranno
A trovarmi in cucina
E se vorranno qualcosa per cena
Se quest’acqua di lago potesse ascoltare
Quante storie potrei raccontare stasera
Quindicenni sbranati dalla primavera
Scarpe rotte che pure gli tocca di andare Che qui si fa l’Italia e si muore
Dalla parte sbagliata
In una grande giornata si muore
In una bella giornata di sole
Dalla parte sbagliata si muore
Qui si fa l’Italia e si muore.
Francesco De Gregori è un autore che non appartiene certo al Pantheon della destra, non è un autore d’area, non è un revisionista. Ma dopo 73 anni dalla fine della guerra non è più possibile considerare le decine di migliaia di ragazzi e ragazze che, chi per seguire un ideale, chi per rispettare un dovere si arruolarono e morirono combattendo per la Repubblica sociale italiana italiani di serie B morti da cancellare dalla memoria.
La guerra civile è la più atroce tra le guerre, fratelli contro fratelli mentre tutto il mondo intorno era devastato dalla immane tragedia della Seconda guerra mondiale.
Oggi io sono qui con la fascia tricolore, unica bandiera di tutti xè è doveroso ricordare i caduti e pregare per loro. Spero che a 73 anni dalla fine della guerra sempre più siano gli storici ad analizzare e scrivere di quegli eventi, che la politica se ne astenga e si finisca di dividere gli italiani in buoni e cattivi, in demonizzare ragazzi che, in massima parte risposero semplicemente presente alla chiamata di quella che per loro, dalla loro nascita, era la Patria”.