“Il piano di somministrazione dei vaccini in Liguria non sta funzionando. Il sistema di prenotazione Cup evidenzia già le prime lacune: lunghi i tempi di attesa per ricevere la prima dose di Pfizer. Inoltre ad oggi non si conoscono con esattezza quali siano i presidi vaccinali attivati nel territorio ligure e i numeri del personale sanitario impiegato per la somministrazione”.
Lo ha dichiarato stamane il capogruppo regionale di Linea condivisa e vice presidente della II commissione Salute e Sicurezza sociale Gianni Pastorino.
“Dalle 8:30 di oggi – ha spiegato Pastorino – le uniche sedi vaccinali libere sono quelle di Ronco Scrivia, Busalla, Casella e Rossiglione e gli appuntamenti disponibili partono dal 24 maggio e nelle prossime ore la situazione potrebbe ulteriormente andare in overbooking.
Quindi c’è da chiedersi: com’è possibile che di fronte al disastro annunciato a cui stiamo andando incontro, il presidente Toti continui a dire che va tutto bene e che il sistema sanitario regionale è pronto ad affrontare il piano di vaccinazioni?
Per fare chiarezza, a chi si rivolge il piano di vaccinazione in questa seconda fare? Secondo i dati Istat, aggiornati al 1° gennaio 2020, la popolazione over 70 in Liguria si compone di 342.003 persone (pari al 22,4% della popolazione), di cui 155.969 sono over 80 (10,2%) e 30.159 sono gli over 90 (2%).
Il nostro assessore alla Sanità e presidente della Regione continua a dire che il nostro sistema di prenotazione sta funzionando bene, quando è evidente che non sta rispondendo come dovrebbe.
In aula Toti aveva dichiarato che in nove mesi sarebbe stata vaccinata l’intera popolazione (stiamo parlando di coloro che ne avrebbero fatto richiesta), ma di questo passo a fine giugno in Liguria verrà vaccinato non più del 16% della popolazione. Questa dato si riferisce solo agli over 70, e ancora non abbiamo risposte rispetto ai tempi di vaccinazione per le categorie ultra fragili e fragili, e anche per una parte di addetti dei servizi socio sanitari che sembrano sparire dai piani di vaccinazione.
In questo quadro poco chiaro della nostra regione, la comunità scientifica sta ribadendo da mesi che diventa fondamentale, per sconfiggere il virus, procedere speditamente con il piano vaccinale per proteggere la popolazione.
Ma in tutto questo tempo, oltre ad aspettare le consegne dei vaccini, che cosa è stato fatto? A oggi non abbiamo contezza dei centri vaccinale nella regione, né della programmazione delle somministrazioni domiciliari. Inoltre, molti dei centri che dovranno essere attivati, sono tuttora chiusi e apriranno a partire dal 22 febbraio.
Per rendere più efficiente e operativo il piano vaccinale suggerisco a Toti di confrontarsi di più con l’opposizione e con la commissione II per trovare nuove soluzioni concrete che migliorino immediatamente il servizio, a partire ad esempio dalla mappatura di centri idonei dove effettuare il vaccino e, in parallelo, l’assunzione a contratto di personale sanitario da formare adeguatamente per svolgere le somministrazioni.
È necessario rendersi conto che la questione vaccinale non incide unicamente sulla salute della popolazione ma anche sulla ripresa economica del nostro territorio. Il presidente Toti, che rimarca quotidianamente l’importanza della ripresa economica, dovrebbe attivarsi per fornire alle cittadine e ai cittadini un adeguato sistema sanitario. Solo così torneremo alla tanto agognata normalità”.