Anzitutto di cosa stiamo parlando. Parliamo di una nave, la Golar Tundra, lunga circa 292 metri, larga circa 43 metri e alta circa 55 metri, che può essere utilizzata sia come metaniera che come rigassificatrice.
La nave serve a riportare allo stato gassoso il gas liquefatto, per poter poi essere immesso nella rete di distribuzione, ed essere usato per il riscaldamento o per l’elettricità.
La capacità annua di rigassificazione è di cinque miliardi di metri cubi.
La controversia riguarda il possibile impatto ambientale e paesaggistico dell’opera. La discussione su questo è come quella sui valori: ci sarà sempre chi dice bianco e chi dice nero. Non starò a questo gioco.
Mi interesse il lato politico della vicenda. Come noto, il rigassificatore è stato posizionato a Piombino. Poiché la cosa ha suscitato la protesta dei cittadini e dello stesso sindaco, il Governo, con la compiacenza del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti (che sarà anche il commissario straordinario) e dell’ex sindaca di Vado Ligure, Monica Giuliano, che politicamente sono ora, come si usa dire, “culo e camicia”, ha deciso di trasferirlo entro il 2026 nel Comune del Savonese.
Ma ha fatto i conti senza l’oste, perché anche qui la popolazione e persino il collegio docenti di un istituto scolastico ha deciso di insorgere contro il progetto.
Abbiano ragione o meno, le proteste sono legittime in quanto non si possono far calare dall’alto decisioni di questo genere senza un minimo di consultazione popolare.
Tuttavia, le proteste colgono nel segno? Su questo nutro dubbi. Tutta l’attenzione è infatti sul danno ambientale. Nessuno che si chieda perché abbiamo bisogno di un ulteriore rigassificatore.
Non ci sarebbe stato bisogno di questo rigassificatore se avessimo continuato a ricevere gas a basso costo dalla Russia, invece di importarlo ora liquefatto a costi salatissimi (dieci volte tanto) dagli Stati Uniti, per poi rigassificarlo sulle nostre coste.
Anche se non ci fosse alcun danno ambientale il danno economico è grande come un grattacielo.
L’Italia sta entrando in recessione e noi continuiamo a spendere non per le pensioni e per aiutare gli italiani, ma per inviare armi in Ucraina e installiamo rigassificatori di cui col gas russo non ci sarebbe alcun bisogno.
Chi oggi non vuole il rigassificatore a Vado Ligure dovrebbe anzitutto non volere questa guerra che sta distruggendo la nostra economia.
Il rigassificatore, inquini o meno, è comunque un simbolo della nostra sconfitta. Per questo sono contrario alla sua realizzazione. Prof. Paolo Becchi