“Avevano progettato gli incendi con scrupolo pensando di farla franca, ma i carabinieri della Compagnia di Sestri Levante, nell’ambito dell’operazione denominata “Flashover”, hanno acquisito elementi probatori utili per trarre in arresto, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Genova, C.S. (27 anni), C.A. (44 anni) e F.S. (52 anni), tre insospettabili cittadini italiani, tutti residenti nel Tigullio, i quali sono stati ritenuti responsabili di due incendi commessi tra la Val Fontanabuona e Lavagna nell’estate 2020”.
Lo hanno comunicato oggi i carabinieri del Comando provinciale di Genova.
“In particolare – hanno aggiunto – i 3 indagati sono gravemente indiziati della pianificazione e dell’esecuzione dell’incendio di una palazzina di tre piani, sita in località Villa Oneto, nel comune di San Colombano Certenoli (GE), risalente al giorno 01.07.2020.
Le fiamme, che si erano sviluppate poco prima di mezzogiorno, in brevissimo tempo avevano completamente divorato tre appartamenti dell’immobile, provocando il crollo totale dei solai e del tetto.
L’evento aveva destato grande preoccupazione tra la popolazione della piccola frazione, dal momento che parte dello stabile in quel momento era abitato e solamente per circostanze fortuite non si erano registrate vittime o feriti.
Le opere di spegnimento, a causa delle dimensioni dell’incendio, favorite dalla presenza di strutture in legno che avevano agevolato la propagazione delle fiamme, si erano protratte fino a tarda sera e avevano visto coinvolte numerose squadre dei Vigili del Fuoco di Chiavari e Rapallo.
Inizialmente la causa dell’incendio era stata ricondotta ad un innesco di natura accidentale, ma le indagini condotte dai militari dell’Arma e coordinate dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Genova dott.ssa Gabriella Dotto, ne hanno acclarato la natura dolosa. Infatti, un sopralluogo eseguito dai Carabinieri di Sestri Levante, in collaborazione con la squadra di polizia giudiziaria dei Vigili del Fuoco di Genova, ha permesso di rivelare la presenza di sostanze acceleranti nel punto di origine.
La successiva attività investigativa, seppur resa complessa dai numerosi stratagemmi posti in essere dagli indagati al fine di non essere rintracciati e confondere le tracce, ha consentito di ricostruire le fasi della condotta delittuosa che ha preso le mosse da un sopralluogo preliminare, effettuato dagli autori del reato il pomeriggio precedente a quello dell’incendio e finalizzato a studiare la posizione e le caratteristiche dell’immobile.
Proseguono quindi le indagini volte a stabilire il movente dell’incendio. Gli uomini dell’Arma hanno accertato che lo stabile era assicurato contro l’incendio con una nota compagnia di assicurazioni. Nei mesi antecedenti inoltre l’edificio era stato oggetto di lavori di ristrutturazione dai contorni anomali e tuttora al vaglio degli inquirenti. Tutte le ipotesi investigative sono sotto la lente di ingrandimento della Procura e dei Carabinieri, determinati ad accertare il movente ed eventuali mandanti.
Nel corso delle indagini per l’incendio di Villa Oneto gli uomini dell’Arma hanno scoperto, altresì, che i tre arrestati, nella notte del 12 luglio 2020 si erano resi responsabili di un secondo incendio: quello di due autovetture e di uno scooter nella zona di Santa Giulia di Lavagna.
In quella circostanza però si era trattato di un atto intimidatorio di preoccupante efferatezza, finalizzato ad intimidire i proprietari dei mezzi, coi quali uno degli indagati, manovale edile, aveva avuto in precedenza delle discussioni in merito al preteso pagamento di una prestazione d’opera”.