Sesto appuntamento nella Gallery Malocello con “Un Artista a settimana”, l’esposizione on-line che prosegue con la presentazione di due pittori, i fratelli Enrico e Francesco Masala.
In tempi di pandemia da Covid-19, con conseguente attuale annullamento di mostre ed eventi culturali, la “Gallery Malocello” di Varazze, via Malocello n. 37, sede dell’Associazione Artisti Varazzesi, chiusa fino a nuove disposizione emanate dalle competenti Autorità, in accordo con i propri soci propone a concittadini, gentili ospiti e fans tutti, una temporanea ed alternativa iniziativa: l’esposizione on-line denominata “Un Artista a settimana”, con in evidenza le opere esposte nell’ultima mostra da Enrico e Francesco Masala
Questo nuovo progetto iniziato venerdì 6 novembre, in ordine alfabetico, prosegue con la presentazione di due pittori, i fratelli Enrico e Francesco Masala, che si concluderà venerdì 18 dicembre 2020.
Da sabato 19 a venerdì 25 dicembre 2020, per il settimo appuntamento con “Un Artista a settimana”, sarà possibile ammirare le opere della pittrice Germana Corno.
Enrico Masala
La pittura di Enrico Masala si avvicina ad un verismo neoclassico tendente all’iperrealismo. Egli infatti viene attratto da immagini di vita quotidiana, piuttosto che da animali o scorci caratteristici. L’attenzione per i particolari lo riporta alla sua nascita artistica come orafo, allievo del famosissimo Giulio Sforza. Masala nutre una passione per il bello, ed i gioielli da lui ideati e realizzati ne sono un classico esempio. Successivamente, come il fratello Francesco, sente il desiderio di esprimere la sua arte anche attraverso la pittura. La propensione alla precisione del tratto lo porta inizialmente a realizzarsi attraverso quel figurativo che non è altro che la base solida e indispensabile per manifestare la pittura iperrealista.
Francesco Masala
«Di notevole fascino è la pittura di Francesco Masala. I suoi paesaggi non sono imitati, ma interpretati. Lo spazio urbano si arricchisce di edifici e strade estroflesse. La veduta urbana è trasfigurata, inedita, ma non priva di una narrazione minuziosa e sensibile ai dettagli per accogliere ogni sollecitazione emotiva. Gli elementi architettonici, spesso di citazione classica, perdono il loro carattere possente per assumere movimenti inediti, i quali fungono da matrici motorie dell’opera, sviluppandosi secondo direttrici intersecanti. Lividi bagliori ammorbidiscono le forme compositive della scena, inducendo il segno pittorico ad essere talune volte più contratto, altre più morbido. Tutti gli elementi rappresentati si sviluppano mediante torsioni e modulazioni proponendo infinite variazioni di visualizzazione degli stessi. Ne risulta una composizione insieme potente e instabile per lo scontrarsi e l’inclinarsi dei volumi che creano dilettevoli suggestioni di movimento sonoro. Lo squarcio urbano è come all’interno di un tema musicale, sempre nuovo, vario, ora assume accenti esaltanti, ora euforici, ora felici.» – (Prof.ssa Mattea Micello – storico e critico dell’arte.)