
Altra clamorosa svolta sul caso del sindacalista della Cgil che martedì ha denunciato alla Polizia di essere stato vittima di un’aggressione “di stampo fascista”
Il sindacalista della Fillea Cgil, che lo scorso martedì mattina ha denunciato alla Polizia di avere subìto un’aggressione di “stampo fascista” da parte di due persone a Genova Sestri Ponente, oggi ha ritirato la denuncia dopo che gli investigatori della Digos hanno rilevato varie incongruenze nel suo racconto.
Lo hanno riferito i responsabili della Cgil, pur precisando che il sindacalista “ha confermato i fatti”.
Secondo alcuni osservatori, con il ritiro della denuncia sarà possibile evitare anche un’eventuale ipotesi di simulazione di reato (art. 367 del Codice Penale) o altre eventuali ipotesi di reato.
Mentre secondo la Cgil la decisione è dovuta alla “forte pressione emotiva alla quale si è sentito sottoposto in queste ore” che “lo ha indotto ad arrivare a questa decisione che va rispettata”.
I forti dubbi degli organi inquirenti sono fondati sugli accertamenti effettuati.
In particolare, gli investigatori della Digos hanno setacciato le immagini delle telecamere della zona.
Tra le varie incongruenze, rispetto alla denuncia presentata dal sindacalista, risutano quelle che riguardano l’orario della presunta aggressione che sarebbe avvenuta quando l’auto utilizzata dal segretario della Fillea risulterebbe invece essere stata regolarmente parcheggiata vicino alla sua abitazione.
Inoltre, il sindacalista sarebbe uscito di casa quella mattina insieme ad alcuni famigliari per poi dirigersi alla sede della Cgil, e non da solo come riferito ai poliziotti, per recarsi nella zona dove sarebbe stato aggredito (risulta che sia uscito di casa non alle 7:15 come avrebbe riferito ai poliziotti, ma mezz’ora dopo).
Anche sulla destinazione lavorativa, in sede di denuncia, il sindacalista sarebbe stato non preciso nell’indicare chi doveva incontrare e dove.
I volantini o gli adesivi attaccati alle fiancate dell’auto sul referendum per il lavoro, poi, non risulterebbero presenti nelle immagini delle telecamere visionate dalla Polizia.
Di “saluto fascista” in strada da parte dei presunti aggressori, poi, nessuno ne parla più.
Adesso, dopo i primi atti di indagine, coordinata dal sostituto procuratore Federico Manotti, il sindacalista potrebbe essere richiamato nuovamente dagli investigatori per chiarire i diversi elementi rispetto ai quali non è stato trovato riscontro.
In ogni caso, dalla Cgil hanno specificato “che non vadano interrotte le indagini che devono far completa luce su quanto accaduto con l’obiettivo di fare chiarezza su un episodio di estrema gravità”.
Al momento, sul caso del sindacalista della Cgil non sono arrivate dichiarazioni, né comunicati ufficiali da parte della candidata sindaca del centrosinistra Silvia Salis, che martedì pomeriggio a Sestri Ponente aveva partecipato, insieme ad alcune centinaia di “compagni” e a un alto magistrato (sostituto procuratore generale a Genova), alla manifestazione antifascista in segno di solidarietà alla presunta “vittima” della presunta aggressione.
Digos: incongruenze su racconto sindacalista aggredito. Figuraccia Cgil-Salis?