«A Venezia dobbiamo scendere in campo con la mentalità che questa sfida richiede perché giocheremo all’ora di pranzo, arriveremo allo stadio in battello, il campo è più piccolo, con gli spalti molto vicini al terreno di gioco e il pallone viaggia molto più veloce: dovremo essere bravi ad entrare in partita molto prima del fischio d’inizio». Marco Giampaolo parla così alla vigilia della trasferta di Venezia. «Affronteremo una buona squadra – prosegue -, camaleontica, che sa adattarsi all’avversario di turno senza mai rinunciare a quello che è il suo modo di fare calcio. Sappiamo che è una gara importante, anzi molto importante, ma non è una finale, anche se come tale andrà giocata».
Difficoltà. Guardando la classifica l’umore non può essere dei migliori. Ma l’allenatore blucerchiato cerca di analizzare più a fondo la questione: «Quando si è lotta per la salvezza qualche pensiero in più è giusto averlo, è inevitabile e fa parte della storia del calcio. Ritengo però che il sentimento della paura non sia corretto, in questo momento ha paura chi sta facendo la guerra, non un calciatore che si prepara a scendere in campo per giocare, pur sapendo che la sfida si porterà dietro le sue tensioni. I tifosi? So che verranno ad incitarci in stazione e molti saranno al nostro seguito domenica: conosco bene il loro attaccamento, sempre e soprattutto in questo momento in cui la squadra ne ha bisogno».