Il braccio di ferro tra Italia e Francia sui migranti continua. Un gruppo di migranti minori, sorpresi in Francia, è stato rimandato al di qua del confine a Ventimiglia.
“La cosa grave – hanno accusato i responsabili della Caritas – è che i francesi lo fanno spesso”.
Intanto, continuano gli arrivi via mare, con più di 500 persone sbarcate ieri.
Alla frontiera di Ventimiglia-Ponte San Lodovico, i circa 7mila lavoratori frontalieri hanno dovuto sottostare a controlli a campione dalla Géndarmerie. Code e qualche protesta, ma la promessa, da parte del coordinamento dei lavoratori frontalieri, è di ricorrere alla Corte europea per la violazione dell’art. 45 della Carta Ue che prevede la libera circolazione di liberi cittadini alla frontiera.
Cosa questa che alla Géndarmerie francese, in questo momento, interessa poco o nulla: occhiali scuri e mitra sottobraccio eseguono gli ordini arrivati da Parigi, soprattutto quando al confine si presentano roulotte, furgoni e camion.
La Géndarmerie inoltre ha schierato, 15 mezzi della ‘Jaune’, la Gialla, ovvero la Gendarmeria mobile. I furgoni sono vuoti, parcheggiati sul confine. Come a dire, “da qui non si passa”.
A Ponte San Luigi, la frontiera superiore tra Ventimiglia e Menton Garavan, dove si trovano il commissariato della Polizia italiana e il commissariato della Géndarmerie francese, si consuma l’ennesima triste processione dei migranti trovati in Francia e rispediti in Italia con il “refus d’entrées” ossia il rifiuto di ingresso.
Ieri, mentre un piccolo gruppo di migranti s’incamminava sull’A10 oltre il confine (uno è stato fermato, gli altri sono riusciti a fuggire), una decina di ragazzi, e donne con bambini e minori è stata rimandata in Italia.
Teoricamente, secondo i trattati, i francesi non potrebbero rispedire in Italia un minore, ma in un documento della Direction de l’information légale et administrative del ministero dell’Interno francese del 28 giugno 2021 è scritto chiaramente: “Si vous êtes mineur, vous pouvez aussi faire l’objet d’un refus d’entrée”, ‘se sei minorenne, potresti anche vederti rifiutato l’ingresso’.
E ciò che è stato confermato dai responsabili della Caritas succede da tempo: alla frontiera italiana dicono infatti che i francesi lo fanno da sempre, ‘truccando’ i documenti.
“La cosa grave è che spesso i francesi rimandano indietro dei minori cambiando l’età, questo va contro il trattato di Dublino. E rimandano anche indietro delle famiglie” hanno aggiunto dalla Caritas.