Verallia scende ancora una volta in campo a favore della sanità ligure e dopo l’Ospedale San Paolo di Savona rivolge le sue attenzioni al Gaslini di Genova
In un frangente di apparente calma, dopo il drammatico periodo di lockdown, l’azienda dimostra di non voler abbandonare coloro i quali, fino a poche settimane fa, hanno fronteggiato il coronavirus.
Per questo motivo Verallia Italia, che tra i suoi 6 stabilimenti conta anche quelli liguri di Dego e Carcare, ha deciso di donare un ventilatore polmonare per l’unità di terapia intensiva neonatale e pediatrica dell’Istituto Giannina Gaslini.
“Siamo grati a Verallia per la generosa donazione, che ci ha permesso di acquistare questo ventilatore polmonare per l’unità di terapia intensiva neonatale e pediatrica, reparto che assiste ogni anno oltre 800 piccoli pazienti”, sottolinea Maurizio Luvizone, Segretario generale Associazione Gaslini Onlus. “Si tratta di un macchinario di nuova generazione estremamente prezioso perché permette l’intervento a degenti prematuri, neonati, bambini e giovani adulti ed è in grado di offrire una ventilazione polmonare individualizzata. È per noi motivo di orgoglio – e stimolo a far sempre meglio – sapere che aziende come Verallia sono vicine al Gaslini con amicizia e grande senso di responsabilità in un momento delicato come quello che stiamo attraversando“.
Sentimenti condivisi anche da Luca Bollettino, Direttore HR di Verallia Italia: “Siamo molto felici di poter essere al fianco del Gaslini e poter contribuire all’instancabile opera di cura che l’Istituto persegue da anni e che l’ha portato ad essere un punto di riferimento a livello nazionale ed internazionale”.
In questi giorni, l’azienda ha riaffermato la sua vicinanza a tutto il territorio ligure, stanziando una somma in favore delle amministrazioni comunali di Dego e Carcare. A Dego sono stato acquistati 10 tablet per scongiurare che alcuni studenti potessero essere esclusi dalla didattica a distanza, mentre a Carcare sono state raccolte derrate alimentari in favore di quelle persone che a causa del lockdown ora versano in condizioni di disagio economico.