I giudici della Corte d’Appello di Genova hanno fissato per mercoledì 4 marzo l’udienza del ricorso contro l’immediata esecutività della condanna del Tribunale civile al risarcimento di 1,2 milioni per la famiglia di Giorgio Lorefice, caposquadra 50enne dei Vigili del Fuoco, morto il 26 gennaio 2005 a Serra Riccò nell’esplosione di una cisterna di Gpl dove si era sviluppato un incendio.
In quella tragica occasione, Lorefice urlò agli altri soccorritori di allontanarsi e salvò delle vite (i feriti furono 15).
I legali della compagnia assicurativa Hdi hanno infatti presentati il ricorso spiegando, in sintesi, che i vigili del fuoco avrebbero tenuto un “comportamento negligente”.
“In tutti questi anni – ha spiegato oggi il legale della famiglia Lorefice, Matteo Mezzapesa, all’agenzia Ansa – abbiamo più volte cercato una via di conciliazione. Ma leggere quei motivi nel ricorso è come se lo avessero ucciso due volte. A marzo sapremo se procedere con l’esecuzione forzata e il decreto ingiuntivo, nel caso in cui le compagnie continuassero a non pagare”.
Il prossimo 27 gennaio i vigili del fuoco organizzeranno quindi un presidio davanti a Palazzo di giustizia.
“Il ricorso presentato contro la sentenza di risarcimento per la morte di un vigile del fuoco è offensivo non solo nei confronti della vittima ma di tutti i pompieri e rappresenta un oltraggio alla dignità di tutti i servitori dello Stato che hanno perso la vita”.
E’ la sostanza di quanto ha dichiarato il capo del Corpo dei Vigili del Fuoco Fabio Dattilo, che ha criticato pesantemente la decisione di una delle parti coinvolte di impugnare la sentenza per la morte di Giorgio Lorefice.
“Quale fu la sua condotta – ha aggiunto Dattilo – lo testimonia la Medaglia d’Oro al Valor Civile riconosciutagli dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Non c’è alcun dubbio, dunque, che il nostro caposquadra affrontò la situazione nel migliore dei modi, com’era stato addestrato a fare e come la lunga esperienza gli aveva insegnato”.
Entrando nel merito, Dattilo ha riferito che la parte condannata al risarcimento e che ha promosso il ricorso sostiene che in quell’intervento i vigili del fuoco “avrebbero dovuto allontanarsi per la loro incolumità” e che la causa dell’esplosione “sarebbe una loro colpa”.
Una posizione che “rinnova nei familiari e in tutti noi un senso di grande dolore” ed “è offensiva nei confronti di Giorgio e degli altri vigili del fuoco che rimasero feriti nell’esplosione.
Il ricorso è irrispettoso per il lavoro degli oltre 30mila vigili del fuoco italiani, che tutti i giorni affrontano pericoli per salvaguardare la vita delle persone e i loro beni e che per compiere il proprio dovere si avvicinano alle fiamme com’è necessario per spegnerle, senza allontanarsi come li inviterebbe a fare chi ricorre contro la sentenza di primo grado.
Ed è un “un oltraggio alla nostra dignità di servitori dello Stato e alla memoria di chi ha perso la vita”.