Semi e piantine di cannabis in casa. Nei guai una 74enne di Salerno.
Nei giorni scorsi un ispettore della Polizia locale, che da poco ha vinto il concorso a Genova ed è arrivato dalla provincia di Treviso stava cercando casa e ha visto un appartamento in via Isonzo che ha giudicato interessante.
Nelle foto online dell’agenzia immobiliare aveva notato, tra l’altro, alcune piantine che potevano sembrare “cannabis sativa”.
Spinto un po’ dall’interesse per l’appartamento e un po’ da quello professionale, non conoscendo la topografia della nostra città, si è fatto accompagnare da un collega genovese.
Entrambi si sono presentati fuori servizio alla visita stabilita con l’agenzia immobiliare.
Quando i due sono arrivati nell’appartamento si sono resi conto che le piantine non solo assomigliavano a quelle di marijuana, ma erano proprio di cannabis sativa: rigogliose, ben curate e anche recentemente rinvasate.
Erano state sistemate su un balcone come se nulla fosse.
I due hanno quindi chiamato i colleghi del 1º distretto territoriale, presso il quale sono in forze. Sul posto sono arrivati un commissario e altri due agenti che hanno proceduto alla perquisizione in situazione di somma urgenza, per evitare che le piantine venissero distrutte.
In una stanza adibita a camera da letto, gli investigatori hanno trovato anche dei semi e materiali utili alla coltivazione, ma anche un locale attrezzato a serra, 32 lampade per fare crescere all’interno le piantine, una struttura in legno per l’alloggiamento delle lampade stesse, diversi ventilatori.
Tutto il materiale per la coltivazione domestica di cannabis è stato sequestrato, insieme a una mazza da baseball e a un pugnale con lama di 11 centimetri e lunghezza totale di 20.
La proprietà degli oggetti atti a offendere è stata attribuita dalla titolare dell’appartamento, una donna italiana di 74 anni nata a Salerno, a un inquilino a cui aveva dato ospitalità fino all’ottobre scorso, senza però poterne indicare le generalità.
Per quanto riguarda le piante, invece, ha detto di averle cresciute per somministrare la droga al proprio cane che “soffriva di dolori fin dalla nascita”.
L’animale, in realtà, è morto nel gennaio scorso all’età di 11 anni e comunque la scusa accampata dalla signora non sarebbe bastata ad evitarle conseguenze penali.
In ogni caso, i travasi delle piante di cannabis risulta che siano avvenuti molto più recentemente e la coltivazione ad uso “terapeutico” non era stata interrotta.
Alla fine, la 74enne è stata denunciata e ora rischia la reclusione da sei a venti anni e una multa da 26.000 a 260.000 euro.