La giunta regionale oggi ha approvato, su proposta della vicepresidente e assessora alla Sanità Sonia Viale (Lega), il Piano regionale territoriale per la progressiva riattivazione dei servizi semiresidenziali e dei centri diurni per persone con disabilità.
Il nuovo Piano contiene le indicazioni per la rimodulazione della rete territoriale in conseguenza dell’emergenza epidemiologica Covid-19, garantendo le necessarie azioni di prevenzione e messa in sicurezza degli ospiti e degli operatori di ciascuna struttura.
“Il Piano regionale – ha spiegato Viale – ha tenuto conto delle diverse realtà locali che non possono essere assimilate in un’unica formula organizzativa ma devono essere valutate singolarmente per trovare la migliore modalità operativa a garanzia di una riapertura sicura e efficace dal punto di vista della qualità assistenziale.
La sinergia tra i servizi territoriali competenti dell’Asl e i gestori dei servizi, in questa fase delicata, è fondamentale per garantire che la ripresa delle attività avvenga sempre con la massima sicurezza, bilanciando i bisogni degli ospiti e il tema della prevenzione del contagio.
Il piano prevede, tra l’altro, che ogni struttura, prima dell’inizio dell’operatività, debba presentare un progetto per la riapertura del servizio contenente la pianificazione degli interventi, validata dalla Asl territorialmente competente.
Inoltre, prima della ripresa delle attività, gli operatori e gli utenti dei servizi semiresidenziali saranno sottoposti a indagine molecolare (tampone nasofaringeo) a carico del Sistema sanitario regionale.
Gli spazi dovranno essere idonei per garantire il rispetto della distanza interpersonale rispetto al numero massimo di persone ammissibili per ogni singolo ambiente.
La riapertura dei centri diurni per anziani, data la particolare fragilità degli utenti, è oggetto di attenta valutazione e confronto con gli enti gestori e i servizi territoriali.
È prevista la possibilità di riaprirne alcuni, con un regime molto stretto e sotto severo controllo da parte delle autorità sanitarie.
L’attività potrà ripartire in piccoli gruppi (massimo 4 persone) se fondamentale per il mantenimento e il raggiungimento degli obiettivi di cura e nei soli casi individuati dal responsabile-direttore della struttura”.