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Villa Scassi, Pastorino: sfida impossibile malgrado lavoro operatori sanitari

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Ospedale Villa Scassi di Genova Sampierdarena (foto di repertorio)

“Ospedale Villa Scassi. Sfida impossibile malgrado il lavoro degli operatori sanitari. E’ necessario un cambio di rotta. Occorre ridurre la pressione su Sampierdarena e creare altrove posti in rianimazione”.

Lo ha dichiarato oggi il capogruppo regionale Gianni Pastorino (Linea condivisa) dopo al denuncia di una nostra lettrice sul caso dell’ospedale del Ponente genovese.

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“Al Villa Scassi – ha spiegato Pastorino – medici, infermieri, tecnici e oss stanno sostenendo una sfida pressoché impossibile. Hanno dimostrato una grande capacità organizzativa e professionale, ma ormai si trovano allo stremo delle forze.

A loro va il nostro ringraziamento. Impossibile chiedere di più in una situazione divenuta incontrollabile loro malgrado.

In queste ore ASL3 sostiene che non vi siano problemi per i ricoveri. Ma non è questo il punto. Il punto è che nelle ultime settimane l’ospedale ha sopportato un carico di lavoro enorme, e non è in grado di sostenere un ulteriore innalzamento del fabbisogno. L’utilizzo della terapia intensiva, anche a scapito di altre patologie, ha raggiunto il tetto massimo.

Il problema è la quantità di accessi di pazienti Covid-19 non previsti: un aggravio sicuramente superiore a quello gestito da altre strutture ospedaliere genovesi.

A causa di un cambio di strategia, l’ospedale di Sampierdarena è stato mobilitato fin dai primi giorni dell’emergenza (quando, invece, doveva essere escluso) e quindi ha dovuto reggere l’urto della fase acuta.

Sappiamo di giornate-picco con 120 barelle in attesa, e una media che si attesta a non meno di 75-80.

Senza dubbio sono state gestite riorganizzazioni complesse, come l’aumento dei posti letto in alta intensità, dimostrando ancora una volta la capacità di mobilitazione degli operatori sanitari della struttura.

Adesso serve un cambio di rotta che porti a un minor utilizzo di Villa Scassi per l’emergenza coronavirus. Pur consapevoli delle difficoltà tecniche e di organico, forse bisognerebbe considerare l’accentramento in un altro luogo di ulteriori posti di rianimazione e di media intensità, da utilizzare se necessario”.