Le femministe non fanno parlare una donna. Altro che democratiche. Ieri la ministra per la Famiglia Eugenia Maria Roccella è stata contesta, con urla e fischi, agli Stati Generali della Natalità di Roma da parte di una cinquantina di giovani studentesse del collettivo femminista Aracne, che non le hanno consentito nemmeno di iniziare il suo intervento.
Una censura violenta e un atto antidemocratico che ha costretto la ministra Roccella ad alzarsi e andarsene.
A solidarizzare con la ministra Roccella, primi fra tutti, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Voler mettere a tacere chi la pensa diversamente contrasta con le basi della civiltà e con la nostra Costituzione”.
E quindi la presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni: “Impedirle di parlare è stato uno spettacolo ignobile. Si riempiono la bocca delle parole libertà, ma poi amano la censura e impediscono a una donna di parlare”.
“Sono certa – ha poi affermato la ministra Roccella – che la segretaria del Pd Elly Schlein, tutta la sinistra, gli intellettuali (Antonio Scurati, Roberto Saviano, Nicola Lagioia, Chiara Valerio, ecc.), la ‘grande stampa’ e la ‘stampa militante’ che abbiamo visto in queste ore mobilitata in altre sedi, avranno parole inequivocabili di solidarietà nei miei confronti dopo l’atto di censura che questa mattina mi ha impedito di parlare agli Stati generali organizzati dalla Fondazione per la Natalità per svolgere il mio intervento e anche per rispondere ai contestatori-censori e interloquire con loro.
Sono certa che i podisti della libertà e della democrazia non si faranno sfuggire questa occasione per dimostrare che l’evocazione del fascismo che non c’è, alla quale abbiamo assistito in queste settimane, non era solo una sceneggiata politica pronta a svanire di fronte alle censure vere”.