Sarà il processo con rito ordinario, che si celebrerà dal 16 marzo 2022 nel Tribunale di Tempio Pausania, a dire se la notte tra il 16 e 17 luglio 2019 nella casa in Costa Smeralda di Beppe Grillo, quattro ventenni genovesi, tra cui il figlio del padrone di casa, Ciro, violentarono sessualmente due loro coetanee dopo una serata in discoteca a Porto Cervo, tra cui l’italo-norvegese che il giorno dopo il presunto stupro andò al mare a fare kitesurf e denunciò i presunti fatti dopo una settimana, una volta rientrata a Milano.
A seguito di oltre due anni di indagini, chiuse e riaperte un anno fa, e tre udienze preliminari, la giudice per l’udienza preliminare Caterina Interlandi oggi ha rinviato a giudizio Ciro Grillo, Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria.
In caso di condanna, i giovani genovesi rischiano fino a 12 anni di carcere.
La gup, dopo un’ora di camera di consiglio, ha quindi accolto la richiesta di dibattimento del procuratore di Tempio Pausania, Gregorio Capasso, coordinatore delle indagini, e degli avvocati di parte civile, Giulia Bongiorno, la quale assiste la giovane italo-norvegese la cui denuncia ha dato origine alla vicenda giudiziaria, e Vinicio Nardo, il quale rappresenta l’altra giovane che avrebbe subìto presunti abusi sessuali dopo una serata trascorsa in discoteca a Porto Cervo.
“L’impianto accusatorio ha retto ai fini dell’udienza preliminare – ha commentato il procuratore capo – ho seguito le indagini dall’inizio e seguirò il processo, i tre sostituti procuratore sono molto giovani e due di loro sono arrivati da pochissimo tempo”.
In sostanza, secondo la pubblica accusa, l’italo-norvegese sarebbe stata “costretta ad avere rapporti sessuali in camera da letto e nel box del bagno” e “costretta ad avere rapporti sessuali di gruppo” con i quattro coetanei che avrebbero “approfittato delle sue condizioni di inferiorità psicologica e fisica”. L’avrebbero “afferrata per la testa e costretta a bere mezzo bottiglia di vodka”. La “lucidità risultava enormemente compromessa” quando sarebbe stata “condotta nella camera matrimoniale dove gli indagati” e l’avrebbero costretta ad avere “cinque o sei rapporti”.
Gli inquirenti hanno inserito nel fascicolo le immagini ritrovate nei telefonini che, sempre secondo la pubblica accusa, mostrerebbero presunti abusi anche ai danni della seconda giovane, che dormiva.
I giovani genovesi hanno sempre respinto le accuse, spiegando che i rapporti erano stati “sempre consenzienti”.
Per rafforzare la loro tesi, tra le altre cose, gli indagati avrebbero anche testimoniato agli inquirenti, i quali li hanno interrogati più volte, che dopo il primo rapporto sessuale, l’italo norvegese e il primo 20enne sarebbero andati insieme a comprare le sigarette e, al ritorno a casa, la coetanea avrebbe avuto rapporti consenzienti con gli altri tre.
Inoltre, nei giorni seguenti ci sarebbero stati scambi di messaggi con i giovani.
Nei mesi scorsi il fondatore del M5S Beppe Grilo aveva fatto un video, pubblicato sul web, in cui dice: “Perché vi siete resi conto che non è vero niente che c’è stato lo stupro, non c’è stato niente. Perché una persona che viene stuprata la mattina al pomeriggio va in kitesurf e dopo 8 giorni fa la denuncia, vi è sembrato strano.
Beh, vi è sembrato strano. E’ strano.
C’è tutto il video passaggio per passaggio e si vede che c’è il consenso. Si vede che c’è il gruppo che ride, che sono ragazzi di 19 anni che si stanno divertendo, che sono in mutande.
Che sono in mutande e saltellano con il pisello così. Perché sono quattro coglioni, non quattro stupratori. E io sono stufo che sono due anni, e se dovete arrestare mio figlio perché non ha fatto niente allora arrestate anche me perché ci vado io in galera”.
Intanto, alla vigilia dell’udienza preliminare di oggi, a Genova sono arrivate minacce di morte a casa Grillo.
“Condoglianze, avrai lutti in famiglia nel periodo delle Feste”: è il testo della missiva scritta al computer, con minacce e un chiaro riferimento ai parenti, recapitata al fondatore del M5S Beppe Grillo.
A seguito di questo episodio è stata disposta un’ulteriore protezione per i Grillo. Polizia e carabinieri hanno rafforzato in maniera robusta la sorveglianza domestica, aumentando passaggi e soprattutto stazionamenti fuori dalla villa di Sant’Ilario, dove il comico vive con la sua famiglia.
Minacce a Beppe Grillo, rafforzata vigilanza intorno a villa S. Ilario