Cultura sfregiata. E’ stata riaperta nel pomeriggio di ieri a Palazzo Ducale di Genova la mostra “Artemisia Gentileschi. Coraggio e passione”, dopo il deturpamento con la vernice rossa di ieri mattina compiuto da attivisti e attiviste del movimento femminista “Bruciamo tutto”. La mostra sarà quindi visitabile fino al 1° aprile con i consueti orari.
Artemisia, Toti: non è con gesti violenti che si combatte violenza
Le femministe violente hanno fatto irruzione e steso dei teli neri su tre opere di Agostino Tassi (che fu il principale insegnante, ma anche condannato nel 1612 come stupratore della pittrice) e imbrattato alcuni pannelli grafici, alcune didascalie e l’installazione della sala immersiva presente nel percorso espositivo, per una sedicente protesta contro la “cultura dello stupro”.
La mostra era stata chiusa al pubblico dopo il blitz vandalico e l’intervento degli agenti della Polizia e dei carabinieri, che hanno identificato e denunciato le responsabili. Inoltre, la mostra era stata chiusa al pubblico per i rilievi tecnici per stabilire l’entità dei danni.
I rilievi sono stati effettuati da personale specializzato della Polizia e del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio culturale di Genova.
A seguito dei primi controlli effettuati, sembrerebbe che per fortuna le tre tele non abbiano riportato danni, ma nei prossimi giorni sono previste ulteriori verifiche.
“Non posso che condannare – ha dichiarato il presidente della Fondazione Palazzo Ducale Beppe Costa – il gesto di cui si sono resi protagonisti queste giovani. Naturalmente non sono contrario all’espressione delle proprie opinioni, ma ritengo che vada fatto tenendo conto anche della libertà degli altri. E oggi c’erano moltissimi visitatori a cui è stato negato il diritto di vedere la mostra. Ringrazio Polizia e Carabinieri per l’intervento e per la celerità dei rilievi condotti. Ringrazio anche il personale di Palazzo Ducale e della società Artemisia che hanno consentito di riaprire l’esposizione già nel pomeriggio”.
Intanto, le autrici dei gesti violenti sono state denunciate: si tratta di due giovani donne e di un loro amico residenti in Lombardia, tra i 25 e i 30 anni, che hanno ammesso di fare parte del movimento femminista “Bruciamo tutto”. La questora Silvia Burdese ha disposto per loro anche il foglio di via da Genova.