Sicurezza e violenze sessuali per strada. Dopo l’ennesimo caso, che ha visto vittima di un tentato stupro una 25enne aggredita da un nigeriano alla stazione Garibaldi di Milano e che si è salvata grazie allo spray anti-aggressione, la consigliera comunale e presidente della Commissione Pari opportunità, Francesca Corso, la scorsa settimana ha riproposto il progetto di distribuire gratis le bombolette al peperoncino alle donne genovesi, come già avvenuto in altri Comuni italiani.
Violenze sessuali per strada, Corso: spray anti-aggressione gratis per donne genovesi
Tuttavia, l’iniziativa a tutela delle donne ha suscitato la reazione dei vari buonisti contrari allo slogan “la difesa è sempre legittima” e alla proposta leghista, anche se lo spray anti-aggressione è perfettamente legale e normalmente in commercio (una bomboletta si può acquistare online al prezzo di circa 10 euro).
La giovane consigliera è stata quindi attaccata sui social network e su alcuni media, tra gli altri, da esponenti di Rete a Sinistra e Chiamami Genova che in sostanza hanno confuso sicurezza e violenze sessuali per strada (aggressioni e molestie incluse) con le cosiddette violenze domestiche o in famiglia. In sintesi: “Lo spray non serve, occorre solo educarli”.
Ecco la replica pubblicata stamane su fb da Francesca Corso: “Ancora spray, ancora demagogia della sinistra. Questa mattina, aprendo il Il Secolo XIX ho letto un articolo del consigliere del Municipio VI – Genova Medio Ponente Nadia Carì, di Chiamami Genova. Perfettamente allineata con il pensiero espresso dagli esponenti di Rete a Sinistra qualche giorno fa.
Partiamo dall’inizio: chi ha mai detto di voler risolvere la questione della violenza di genere con lo spray al peperoncino? Lo spray, che preferisco d’ora in poi chiamare anti-aggressione, va a dare un aiuto a quelle donne (o a tutti coloro che ritengano di averne bisogno) che vengono aggredite – appunto – per strada. Altra cosa, molto differente, è parlare di violenza domestica. Quella legata allo spray è una questione prettamente di SICUREZZA ed EMERGENZA. Non di etica.
Sono perfettamente d’accordo sull’educazione (impartita in egual modo a uomini e donne). Un’educazione al rispetto reciproco, che credo sia altra cosa ‘dall’educazione sentimentale’ di cui la sinistra parla. I sentimenti non si insegnano, il rispetto, invece, può essere sensibilizzato.
La capogruppo in Municipio, poi, prosegue dicendo che ‘se non siamo in tempo per quelli che questa educazione non l’hanno ricevuta, forniamola a quelli che verranno o che stanno crescendo, quelli che approdano all’adolescenza’.
Certo. Sono un’altra volta d’accordo. Ma mi tocca sottolineare come anche questa frase, non sia connessa con la mia proposta. Mi spiego: le due cose, lo spray e la prevenzione per mezzo di educazione al rispetto, possono ‘tranquillamente’ andare di pari passo.
Perché se con i secondi può bastare qualche lezione di sensibilizzazione, con i primi citati nel pensiero della Carì (coloro per cui non siamo più in tempo) che cosa facciamo? Subiamo in silenzio e senza reagire? Mi sembra un pensiero un po’ fuori dal mondo.
Dico io, educhiamo gli uni, difendiamoci dagli altri, se non siamo più in tempo, no?
‘Ma non sarebbe meglio avere maschi educati a non pensare che le donne che camminano per strada lo stiano facendo anche per il loro divertimento?’ Si, certo. Lo sarebbe, ma purtroppo in molti casi non è così. E fino a quel momento io, da donna, pretendo di poter girare per le strade come meglio ritengo, padrona della mia dignità, delle mie scelte e di potermi difendere, qualora sia necessario farlo”.