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Vogliamo che cessi la guerra? Pd ligure insiste: giusto inviare armi in Ucraina

Sondaggio termometro Politico (4 marzo 2022)

“In questi giorni si è sviluppata nel nostro Paese una discussione sul nostro atteggiamento nei confronti del conflitto.

Dobbiamo come Europa mettere in campo ogni tipo di azione per la pace, perché nessun altro civile muoia a causa della guerra, ma dobbiamo allo stesso tempo dare un supporto vero e concreto a chi sta resistendo, in Ucraina, perché non continui la carneficina che Putin sta portando avanti.

E la ricerca della pace, del cessate il fuoco, non può passare da una equidistanza tra i soggetti in campo, tra l’aggressore e l’aggredito. Non è politicamente, nè moralmente accettabile”.

Lo ha dichiarato ieri il capogruppo regionale del Pd Luca Garibaldi.

“Oltre alle sanzioni, agli aiuti umanitari e militari agli ucraini – ha insistito Garibaldi – c’è il lavoro di mediazione internazionale, su cui l’Europa deve continuare ad insistere con maggiore forza, per arrivare al più presto al cessate al fuoco.

Mentre sentiamo e vediamo immagini terribili e da incubo, mentre cerchiamo di mantenerci in contatto con gli amici che abbiamo in Ucraina la macchina organizzativa e della solidarietà si è attivata, ad ogni livello.

In Regione Liguria, ho proposto un ordine del giorno, approvato all’unanimità, che impegni la giunta a mettere in atto ogni tipo di iniziativa per aprire il prima possibile dei corridoi umanitari e proporre l’istituzione di corridoi umanitari accademici per tutti gli universitari o i ricercatori ucraini e anche russi che non vogliono sottostare al regime dittatoriale d Putin.

In tutto il Paese si sono attivate delle raccolte alimentari e di beni di prima necessità. Anche la sedi del Partito Democratico della Liguria hanno iniziato la raccolta, e continuerà nelle prossime settimane; i beni raccolti nelle sedi saranno consegnati alle organizzazioni che stanno definendo la distribuzione in Ucraina.

Il nostro impegno deve essere costante, quotidiano e immediato. Ci aspettano mesi e mesi in cui gli aiuti non potranno più essere solo a distanza, ma si dovrà parlare di accoglienza e quindi dovremmo farci trovare preparati: secondo l’UNHCR, l’agenzia Onu per i rifugiati, in Italia arriveranno tra gli 800 e i 900mila rifugiati ucraini, quasi la metà bambini.

Si tratta di un impegno straordinario per l’accoglienza per tutta Europa, il maggiore dalla seconda guerra mondiale. Il nostro Paese si sta già attivando per  preparare  la rete per l’accoglienza, le  Regioni hanno commissari straordinari per l’emergenza, e dovrà essere al più presto attivata una Unità di Crisi regionale per le iniziative necessarie che vada dall’individuazione degli spazi di accoglienza, dal supporto psicologico per chi arriva alla possibilità di un inserimento lavorativo, dalla presa in carico dei minori non accompagnati, dall’aiuto per i bambini al loro inserimento nelle scuole, prendendosene carico anche dal punto di vista sanitario, a partire dalle vaccinazioni”.